Incendio a Positano a ridosso dell’hotel San Pietro: rogo nato dalla vegetazione
Detenzione al fine di spaccio di droga: 44enne arrestato
Nell’ambito dei servizi pianificati per il contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, i poliziotti del Commissariato di P.S. distaccato di Ariano Irpino (AV), nella tarda serata di ieri, hanno tratto in stato di arresto in flagranza un 44enne del posto, con a carico precedenti di polizia, trovato in possesso di sostanze stupefacenti.
In particolare, nel vano motore dell’autovettura condotta dall’uomo, all’interno della vaschetta del liquido lavavetri, venivano rinvenuti nr. 5 involucri termosaldati in cellophane contenenti eroina, del peso di 5,75 grammi, e nr. 4 involucri termosaldati in cellophane contenenti cocaina, del peso di 20,90 grammi. La successiva perquisizione presso l’abitazione della predetta persona consentiva di rinvenire, all’interno di uno scatolo, un bilancino di precisione, una forbice, un misurino, una tessera plastificata e un accendino; materiale occorrente per il confezionamento delle dosi. Il tutto veniva debitamente sottoposto a sequestro.
Il P.M. di turno della Procura della Repubblica di Benevento, avvisato dell’arresto, disponeva gli arresti domiciliari dell’indagato, in attesa dell’udienza di convalida.
Le contestazioni sono allo stato provvisorie e la misura cautelare è stata disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi i mezzi di impugnazione e il destinatario della misura stessa è una persona sottoposta alle indagini e, quindi, presunto innocente fino all’esito del giudizio definitivo.
Le misure e le attività svolte con il coordinamento della Procura della Repubblica di Benevento sono tese a rafforzare la prevenzione e il contrasto alla vendita e al consumo di sostanze stupefacenti.
VIDEO- Nargi: Gianluca Festa ‘Re folle‘, io tornerò a testa alta
“Quanto accaduto ha principalmente un nome e cognome: Gianluca Festa. E poi c’è un complice, Rino Genovese. Non da ultimo i vertici nazionali e regionali del Partito Democratico che si sono intromessi in una vicenda cittadina ed hanno impedito a consiglieri liberi di salvare la città di Avellino”
Si è presa qualche ora per riflettere l’orami ex sindaco di Avellino Laura Nargi ma all’indomani della sfiducia consumata in Consiglio comunale, parla e lo fa in modo perentorio. Per la prima volta chiama l’ex sindaco per nome e cognome. E stavolta lo fa “perchè la città deve sapere, ma sono certa che già lo ha capito, chi è il responsabile di quanto accaduto. Gianluca Festa, un Re Solo, un Re Folle” dice ancora Nargi che nel corso di una conferenza stampa non nasconde un certo turbamento per quanto accaduto: “Il bilancio politico è il previsionale, il consuntivo è il tecnico: hanno votato contro la città, contro loro stessi, un bilancio affossato da Gianluca Festa, che abbiamo seguito tutti negli ultimi cinque anni, e questo forse comporterà anche il dissesto”.
Dure accuse anche a Rino Genovese “poteva essere il diciassettesimo voto e salvare la città, perché aveva votato un previsionale, le linee programmatiche. Poi si è nascosto dietro un vile silenzio in Consiglio e ha tradito il patto che lui stesso aveva proposto alla città. Certo ho sbagliato anche io dopo il ballottaggio, ma ho chiesto scusa. Lui diceva di non aver mai chiesto poltrone, quindi non capisco perché poi si sia contraddetto. Forse perché è diventato un adepto festiano? Non si sa”.
Nargi non lesina attacchi anche a quella maggioranza uscita dalle urna che lei stessa aveva premiato riconoscendo assessorati e, appunto, mettendo all’angolo nella prima fase i consiglieri del “Patto Civico”: “Hanno utilizzato lo stesso vile silenzio di Genovese. Mi vergogno per loro. Non so se chiamarli consiglieri, perché io sono una donna delle istituzioni e ho sempre dato un valore enorme alla figura del consigliere comunale, ma loro non hanno avuto senso di responsabilità. Hanno pensato solo ai personalismi”.
Quindi il ruolo del Partito Democratico: “Non ho nulla da dire contro i singoli consiglieri comunali del Partito democratico, che a dire la verità meritano il mio ringraziamento per tutto il lavoro svolto e per le belle parole di ieri, ma loro non potevano fare altrimenti. Il mio pensiero va a quel PD, a quella classe dirigente che ha distrutto un partito così importante come il PD, che ha sempre pensato agli egoismi, cercando ancora una volta di ricostruire la sua verginità sulle macerie istituzionali. Un partito così non verrà perdonato.Sono venuti dai vertici regionali e nazionali, si sono inseriti in un discorso cittadino e hanno contribuito, insieme a Gianluca Festa ad affondare la città”.
Nargi poi esalta la sua squadra, quei consiglieri che strada facendo sono passati dalla sua parte e rilancia subito la sfida: “Il mio non è un addio, ma un arrivederci. bMe ne vado a testa alta e con la coscienza pulita. Senza macchie giudiziarie, nonostante qualcuno ha provato a tirarmi in ballo e a dire la verità ancora non mi ha nemmeno chiesto scusa”
Abbiamo costruito in pochi mesi una squadra civica di professionisti, di persone che hanno messo mente e cuore per questa città, un gruppo che crescerà sempre di più al mio fianco in nome di Avellino, perché per noi è una missione di vita e non una poltrona stare qui.
Napoli, 9 attivisti Pro Palestina indagati per proteste anti Nato ed Israele: “Non ci intimidiranno”
Nove denunce per resistenza aggravata e altrettante notifiche di avvio indagine, per gli attivisti Pro Palestina a Napoli. Ma loro sospettano che altre ne siano in arrivo. Nel mirino le proteste del 15 ed il 27 maggio scorsi. Una è stata inscenata durante la tappa napoletana del Giro d’Italia. Gli attivisti contestavano la presenza della Israel-Premier Tech, squadra israeliana. La seconda manifestazione si è tenuta durante la cena di gala del vertice Nato sulla sicurezza del Mediterraneo. “Non ci faremo intimidire” hanno detto oggi gli antagonisti, in una conferenza stampa a piazza San Domenico Maggiore.
Le persone denunciate provengono dal centro sociale Mezzocannone Occupato e da altre sigle. “Da tempo denunciamo le tendenze autoritarie che – ha affermato Davide Dioguardi, della Rete A Pieno regime Napoli – si stanno consumando nel nostro paese: ne sono una prova le aperture d’indagini che stanno arrivando da martedì, ne è una prova l’irrespirabile clima da stato di Polizia favorito dal governo Meloni”. A chi domandava cosa fosse successo nei giorni delle manifestazioni, ha risposto Marta Di Giacomo del Laboratorio Insurgencia. “Una cosa molto semplice – ha sostenuto -: Napoli – che è città di pace ma tutt’altro che pacificata – non ha permesso né alla squadra Israeliana partecipante al giro d’Italia né ai lord della guerra dell’Alleanza Atlantica di fare la propria passerella indisturbati”. Insomma, ha spiegato l’attivista: “Vogliamo stare dalla parte giusta della storia: contro la guerra ed il genocidio del popolo palestinese”.
La conferenza stampa, ben presto, si è trasformata in un happening. I giovani del centro sociale hanno esposto i ritratti di Donald Trump, Antonio Tajani ed altri leader occidentali. Ad ognuno hanno affibbiato una scritta, con epiteti come “guerrafondai” e “imperialisti”. Poco dopo, si sono spostati sotto la vicina sede di Fratelli d’Italia. E lì è scattata un’altra contestazione, tra striscioni e vernice. “Un segnale chiaro – hanno dichiarato gli attivisti – per ribadire che non ci arrenderemo né dinanzi alle provocazioni della Questura né tanto meno dinanzi al clima da Ungheria di Orban che l’esecutivo vuole imporre a tutto il paese”.
Napoli, Conte rilancia: “Amma faticà, ma chiù assai”
Dopo l’inizio del ritiro nella cornice verde della Val di Sole, il Napoli di Antonio Conte ha iniziato a sudare sul campo. Oggi, però, è stato il momento delle parole. Il tecnico azzurro ha parlato per la prima volta in conferenza stampa dal ritiro di Dimaro, tracciando un bilancio del lavoro iniziato e dello spirito con cui la squadra affronterà la nuova stagione. Tanti i temi toccati: dai nuovi acquisti all’arrivo di Kevin De Bruyne, passando per la costruzione del progetto Napoli. Ecco le sue dichiarazioni più importanti. Conte ha subito ribadito il senso della missione iniziata un anno fa con la società: “Abbiamo cominciato un progetto nuovo insieme al presidente e al club, partendo da un decimo posto. L’obiettivo nei tre anni è costruire basi solide che possano durare nel tempo. Sono un costruttore, e mi auguro di riuscire a farlo anche col Napoli. Lo Scudetto è stato un risultato incredibile, inaspettato per tanti motivi, ma il nostro lavoro non cambia: la ricostruzione continua. Il bello è che adesso lo facciamo con lo Scudetto sul petto, che è un gran bel vedere”.
Il tecnico si è soffermato anche sull’ottimo lavoro della società che ha portato ben cinque nuovi innesti sin dal primo giorno di ritiro: “Avevo parlato della necessità di avere una squadra collaudata, mi auguro che possa accadere. Dobbiamo pensare a quello che siamo e a ciò che vogliamo diventare. Il fatto di avere subito qui a Dimaro i nuovi acquisti è un segnale importante. Stiamo inserendo nuovi pezzi per dare fondamenta solide, il club lo sa bene e siamo tutti d’accordo sul fatto che il percorso sia solo all’inizio”.
Inevitabile un passaggio su Kevin De Bruyne, il grande colpo del mercato estivo azzurro: “È un calciatore che non ha bisogno di presentazioni. Parliamo di uno dei centrocampisti più forti al mondo degli ultimi anni, ha vinto tutto, ma ha ancora tanto da dare al calcio. Ha scelto Napoli per una nuova sfida, per mettersi in gioco. Sicuramente è diverso dal City, ma si è già calato bene nella nostra realtà e siamo molto contenti di averlo con noi. Dirlo oggi è prematuro, ma speriamo tutti che rappresenti un ulteriore step di crescita”.
Conte ha poi riflettuto sul significato profondo della costruzione di un progetto duraturo, che possa andare oltre la sua stessa presenza in panchina: “De Bruyne è un grande nome, ma anche gli altri nuovi acquisti hanno valore. Arrivano a un’età diversa, ma sono qui per strutturare il Napoli non solo per il presente, ma anche per il futuro. È questo che vogliamo fare: creare una struttura che funzioni anche quando io non ci sarò più, tra cinque, sette o dieci anni. Sarebbe la cosa più bella per il Napoli e per i suoi tifosi”.
Alla domanda se ci possa essere una squadra con più fame del Napoli, Conte ha risposto con grande realismo: “Dobbiamo guardare a noi stessi, come l’anno scorso. Pensare a migliorare e a crescere. È inevitabile che quando porti lo scudetto sulla maglia parti da favorito, non ci dobbiamo sottrarre. Dopo il ciclo della Juventus ci sono state tante squadre diverse a vincere, e questo dimostra la difficoltà del nostro campionato. Due stagioni fa, con lo scudetto appena vinto, il Napoli chiuse decimo. Questa esperienza deve dare più forza a tutto l’ambiente per capire che non sarà facile”.
Sulla gestione della pressione e il peso dello Scudetto, Conte è stato molto chiaro: “Lo Scudetto sul petto per definizione ti mette tra i favoriti, ma non dobbiamo sottrarci. Abbiamo fatto tanto per quel tricolore e deve essere uno stimolo. Tutti dobbiamo essere stimolati a capire come e quanto lo difenderemo. Serve umiltà, niente voli pindarici: il lavoro è la nostra forza. L’ambiente dovrà essere molto intelligente: si vince tutti insieme o non si va da nessuna parte”.
Alla domanda se ci possa essere una squadra con più fame del Napoli, Conte ha risposto con realismo e autocritica: “Dobbiamo guardare a noi stessi, come l’anno scorso. È inevitabile che quando porti lo Scudetto sulla maglia parti da favorito, ma non ci dobbiamo sottrarre. Dopo il ciclo della Juventus, ci sono state squadre diverse a vincere. Due stagioni fa, con lo Scudetto appena vinto, il Napoli chiuse decimo. Questa esperienza deve dare forza all’ambiente per capire che non sarà facile”.
Chiaro anche il rapporto con il presidente Aurelio De Laurentiis, con cui Conte condivide obiettivi e visione: “Il presidente è molto intelligente, non mi fissa obiettivi. L’obiettivo vero è rendere orgoglioso il popolo napoletano. Si è creata una simbiosi, ricordo tutti i sold out sin dai preliminari di Coppa Italia. Il popolo ha visto una squadra che sudava la maglia, e questo non deve cambiare. Ricordiamoci che ne vince sempre una: non significa che le altre abbiano fallito”.
Conte ha scelto anche lo slogan simbolico per la nuova stagione: “Appena finito il campionato me lo chiesero e dissi: ‘Amma faticà again’. Va bene anche a livello europeo. Se vogliamo restare sul napoletano possiamo dire: ‘Amma faticà ma chiù assai’. Ci aspettano tante competizioni: la nuova Champions, la Supercoppa, la Coppa Italia. Ci stiamo attrezzando per competere e rendere orgogliosi noi stessi e i tifosi”.
Una struttura solida rispetto all’anno scorso: “L’importanza è notevole. Nel nostro albergo vedevo la foto dell’anno scorso e fa riflettere il percorso fatto. Siamo venuti qui con tanti ragazzi, pochi calciatori sono rimasti, io chiesi al club di vederli e valutarli e facemmo altre scelte. Se andiamo a vedere chi è rimasto, ne avrò contati 6-7. Quest’anno torniamo con lo scudetto sul petto, con tutti i confermati dell’anno scorso ed è un’altra situazione e stanno arrivando calciatori perché a giugno abbiamo sposato una visione che non guarda solo al presente ma anche al futuro e stiamo seguendo questa linea. Oltre ad alzare la qualità della rosa abbiamo necessità di implementare a livello numerico per i tanti impegni, a differenza delle altre che sono state in Europa e hanno fatto le competizioni, noi non dobbiamo prendere sotto gamba questo. Stiamo creando una situazione con scelte ponderate per una struttura solida che duri nel tempo e non costruita su palafitte che crolli via al primo soffio di vento”.
Un punto di ripartenza o da migliorare: “Noi l’anno scorso a Dimaro eravamo veramente in pochi. Partivamo praticamente da zero a livello di conoscenza mia e di calciatori, oggi lavoriamo dopo un anno di lavoro e c’è una base importante da cui ripartiremo, cercando di migliorarla. Ci stiamo già lavorando, ho già fatto vedere ai ragazzi cose positive e cose che non siamo riusciti a fare. Mi auguro che, con un anno di lavoro in più, non si parte da zero. Per me questo è molto importante, al tempo stesso dobbiamo introdurre in questi meccanismi i nuovi calciatori. Dovrò essere bravo io ma anche i calciatori stessi. Sicuramente l’anno scorso a livello difensivo siamo stati bravi, penso che dobbiamo migliorare nel cercare di fare più gol, dove l’anno scorso non siamo stati così realizzativi per quanto creato. Ma c’è sempre da migliorare. L’anno scorso lamentai in rosa la mancanza di certi giocatori e stiamo cercando di sopperire”.
Il ritorno in Champions è più stimolante anche per rispondere a chi la critica per i suoi risultati in Europa? “Per noi sarà stimolante sicuramente. Io ho fatto sei annate da allenatore in Europa, prendendo sempre squadre che prima non facevamo la Champions, squadre in ricostruzione. Io posso capire che mi si chiedano i miracoli, ma ci sono fatti che non possono essere trascurati. La Champions è un percorso, sicuramente io devo avere pazienza a stare più anni in un club perché così costruisci davvero. Le altre volte sono andato via, ma ho lasciato anche una struttura che poi si è presa le sue soddisfazioni. Sei partecipazioni sono poche, se si confronta ad esempio col Manchester City. Io sono comunque il primo a essere stimolato, poi sappiamo che la lotta delle italiane con le altre è impari. Noi sappiamo chi siamo, siamo orgogliosi di chi siamo, ma sappiamo anche i nostri limiti. La possibilità di spesa è totalmente diversa. Dobbiamo cercare col nostro meglio di dare fastidio, come successo lo scorso anno. Saremo armati, questo deve essere il messaggio per tutti quanti”.
Collocazione tattica di De Bruyne: “Lui per come giocava al City è un centrocampista che può diventare trequartista. Ha caratteristiche precise: grandissima qualità, quando ha la palla vede cose che tanti altri non vedono. Abbiamo quattro competizioni, non iniziamo a dire questo è titolare e questo no altrimenti si cade nel provincialismo”.
L’oncologo Ascierto: “Il San Pio è in ripresa, l’ospedale di Sant’Agata diventerà un punto di riferimento”
“Il San Pio di Benevento è una realtà importante. Un ospedale in ripresa, in crescita, e con un’oncologia molto forte, guidata dal dottor Grimaldi, con cui ho lavorato per tanti anni. Sono segnali importanti per il Sannio”. A parlare è Paolo Ascierto, tra i più autorevoli oncologi a livello internazionale, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori ‘Pascale‘ di Napoli.
Il suo legame con il territorio è profondo e concreto, e si traduce in progetti già attivi: “A Sant’Agata de’ Goti stiamo facendo un lavoro importante. Il secondo piano dell’ospedale è gestito dal Pascale: il mio dipartimento e soprattutto chirurgia e i dermatologi vanno lì, quotidianamente si fanno anche interventi. Abbiamo già contribuito ad abbassare i tempi di attesa per interventi chirurgici importanti, di lesioni tumorali e della cute – spiega -. Da sannita è un motivo d’orgoglio. Ci sono in atto progetti importanti e sono convinto che quella struttura diventerà un punto di riferimento per la sanità campana”.
Il professor Ascierto – ospite del Giffoni Film Festival, dove ha ricevuto il Premio Speciale Ercole – denuncia anche una delle principali criticità del sistema sanitario: la carenza di medici, in particolare nel settore dell’emergenza. “E’ purtroppo un problema nazionale. I pronto soccorso sono in affanno ovunque perché mancano i medici. E non è solo un problema di organico: è una crisi culturale. Bisogna partire dall’università, formare i ragazzi e spiegare loro che la medicina d’emergenza è una delle discipline più nobili” afferma. “Oggi molti giovani scelgono la chirurgia estetica perché molto remunerativa. Ma così si penalizzano reparti fondamentali, dove si lavora tanto, spesso in condizioni difficili e con stipendi non adeguati. Dobbiamo reclutare medici di valore e indirizzarli verso l’emergenza così probabilmente in futuro potremo trovare una soluzione”.
Intanto, sul fronte oncologico, Ascierto continua a guidare il progresso scientifico. Nelle scorse settimane ha presentato Daromun, un farmaco sperimentale che potrebbe indurre la remissione completa nei pazienti colpiti dai tumori cutanei più diffusi come il carcinoma basocellulare e squamocellulare e il melanoma: una speranza concreta per combattere tale malattia e una testimonianza del progresso scientifico e della dedizione alla ricerca oncologica.
Il ministro Casellati a Benevento: “Semplificazione decisiva per le sfide future. Eliminati 40km di norme”
Parola d’ordine: semplificazione. E’ stato questo il filo conduttore dell’incontro dal titolo “Dalla semplificazione alla competitività: il cantiere normativo per un’Italia che costruisce, attrae e cresce” che si è svolto questa mattina alla sede di Confindustria/Ance di Benevento con la partecipazione di Maria Elisabetta Alberti Casellati, Ministro per le Riforme Istituzionali e la Semplificazione Normativa.
A fare gli onori di casa Flavian Basile, presidente di Ance Benevento che nel suo intervento ha più volte ribadito l’importanza del necessario confronto tra il mondo dell’imprenditoria ed i rappresentanti dell’esecutivo. “Quello che chiediamo – ha detto Basile – per attivare gli investimenti è un quadro univoco e comune perché non è possibile consegnare una Scia al Comune di Benevento che deve essere, poi, diversa ad esempio per quello di Napoli. Bisogna partire da queste cose semplici. Noi imprese di costruzioni se vogliamo partecipare a 100 gare dobbiamo produrre cento volte la stessa documentazione. Non sarebbe meglio, anche con l’autorità dell’Anticorruzione avere una sola qualifica una volta all’anno e poi decidere di volta in volta se va rinnovata o integrata? Noi come nazione siamo la prima in Europa che rimanda indietro i fondi Fsc che poi vengono ripartiti tra altri stati virtuosi come Romania e Bulgaria. Serve pianificazione seria in queste cose al di là degli aspetti politici. In un periodo di dazi e contro dazi non vorrei che anche le norme diventano un ostacolo per crescita e sviluppo. A livello giuridico un imprenditore deve essere messo nelle condizioni di sapere come agire. Le nostre proposte come Ance sono venute direttamente dal tessuto imprenditoriale e dalla nostra base che ascoltiamo di continuo”.
Sulle stessa lunghezza d”onda anche la Casellati secondo la quale “le norme devo essere chiare perché l’oscurità è un ostacolo allo sviluppo. Il nostro – ha detto – è un lavoro elefantiaco. Io ho cominciato dai regi decreti e con un lavoro di sei mesi fatto da un gruppo di venti persone sono state eliminate dal nostro complesso normativo qualcosa come 40km di norme. Il 28% del totale. Erano leggi inutili. C’erano ancora riferimenti ai piccioni viaggiatori. Erano chiaramente obsolete ma esistevano. Era ancora presente una legge sui matrimoni notturni. Ho iniziato ad eliminare i rami secchi ed ora altre diecimila devono essere consolidate. Alla Camera c’è un importante progetto di semplificazione e riordino che riguarda tanti ministeri, da quelli Esteri, alla Ricerca, Famiglia e Infrastrutture per un totale di dieci deleghe. Uno di questi è relativo al Vig, la valutazione di impatto generazionale. Vale a dire che quando viene ipotizzata una legge sarà necessario chiarire l’impatto che avrà sulle future generazioni. Le sfide non riguardano solo l’Italia ma il mondo intero. Questo può essere fatto solo semplificando le norme e mettendo la classe imprenditoriale nelle migliori condizioni possibili per le sue attività”. La Casellati, poi, ha posto l’accento sui costi di un apparato burocratico abnorme che funge da limite allo sviluppo: “Tra le priorità – ha detto – anche dell’Europa c’è la semplificazione normativa come volano per l’economia. La burocrazia incide per svariati miliardi sulle famiglie e sullo sviluppo. Sono somme enormi che potrebbero essere meglio spese rispetto a quelle che sono le esigenze degli italiani. Attraverso le semplificazioni gli imprenditori possono operare meglio: devono avere la certezza di quello che vanno a fare. Per aprire un bar servono 72 adempimenti in 24 uffici diversi e questo non è accettabile”.
Sì a Piazza Matteotti e allo Stato di Palestina: il Consiglio Comunale prende posizioni forti
Benevento avrà la sua piazza, il suo slargo o una via dedicato a Matteotti. Lo ha deciso a voti unanime il Consiglio Comunale. Dopo un breve ma serrato dibattito che ha posto fine ad una situazione paradossale. In verità, in passato, a Giacomo Matteotti era stata dedicata la piazza antistante la Chiesa di Santa Sofia, che per una serie di circostanze storiche si era dunque ritrovata ad avere tre intestazioni: piazza Santa Sofia, appunto; piazza Carlo Talleyrand, Principe di Benevento (la targa è ancora ben visibile) e piazza Giacomo Matteotti. Alla fine l’Amministrazione Comunale sul finire degli anni Novanta del secolo scorso aveva deciso di restituire alla piazza il suo nome più ricorrente e più antico nella coscienza dei cittadini perché dedicato alla Chiesa, più tardi patrimonio Unesco. Ma in tutti questi anni non ci si è mai posto il problema di dedicare, come si fa in tutta Italia, una via a Matteotti (e si ricorderà che recentemente la Camera dei ha deciso che lo scranno su cui sedeva il Martire non sarà mai più occupato da alcuno).
Dopo l’intervento dell’assessore alla Toponomastica Molly Chiusolo e Luigi Diego Perifano la mozione è passata all’unanimità. Va notato però che il sindaco Clemente Mastella si era allontanato dall’Aula alla discussione del punto. Ma questa mattina è stata giustizia ad un Uomo di altissimo profilo morale, civile, politico emblema della lotta alle dittature e martire della Libertà. Un’altra rilevante decisione del Consiglio Comunale è stata rivolta ad un argomento di feroce attualità, ovvero la guerra che sta insanguinando Gaza ed ha portato ad auspicare l’istituzione dello Stato di Palestina. Il Consiglio innanzitutto ha ricordato Antonio Pietrantonio sindaco per oltre 10 anni e recentemente scomparso. Effettuato anche un minuto di raccoglimento per onorarne la memoria.
Il presidente Renato Parente ha espresso tutta la sua gratitudine per il lustro dato alla città di Benevento contribuendo a modificarne il tratto lasciando nella memoria cittadina un aspetto altamente positivo. Il sindaco di Benevento Clemente Mastella ha ricordato come Pietrantonio può essere ricordato sindaco per eccellenza: “Difficile fu la scelta del direttore di Città Spettacolo, Ugo Gregoretti. Abbiamo goduto del suo impegno”. La parola l’ha presa poi Luigi Diego Perifano di Città Aperta: “Qui ricordiamo il sindaco. Ha fatto il sindaco per dieci anni, cosa che all’epoca non era scontata, non c’era l’elezione diretta. Occorreva abilità e saggezza anche grazie alla sua formazione politica. Il suo era un agire laico nonostante fosse interprete della dottrina sociale della Chiesa. Pur con 19 consiglieri dc su 40, vicini alla soglia dell’autosufficienza, ricercava alleanze”.
Poi ha aggiunto: “Da lui ho imparato tanto ed ho vissuto quella stagione. Sono entrato a 21 anni ed eletto capogruppo del Psi, con un confronto quindi costante, impegnativo, dialettico, ma sempre ai grandi obiettivi che l’amministrazione si era posti. A distanza di 30 anni c’è stata questa forte partecipazione emotiva. Evidentemente è ancora viva la consapevolezza che quella fu una stagione di svolta. Eredità che non è andata dispersa”. Perifano ha voluto ricordare anche due ex sindaci: “Un pensiero anche a Ernesto Mazzoni e Nicola Di Donato, recentemente scomparsi”.
Si è quindi discusso sull’assestamento generale, la salvaguardia degli equilibri e variazione al bilancio di previsione finanziario 2025-2027. A relazionare l’assessore comunale Maria Carmela Serluca che ha sottolineato l’ importante adempimento che va effettuato entro il 31 luglio. “I fitti passivi sui 12.500 al mese da agosto per la scuola Mezzina con copertura fino al 2027. Inoltre appostate anche spese di trasloco per 24mila euro. E 140.000 sul capitolo”
Il consigliere di opposizione Francesco Farese ha sottolineato in maniera critica come la spesa inferiore al 20% delle somme finanziate. “E’ una condizione da non sottovalutare. Non siamo gufi affinché le cose non si realizzano. Non è stato sin qui raggiunto alcun obiettivo del Pnrr”. Polemico il consigliere di maggioranza Antonio Picariello: “Stiamo rimediando ai dieci anni di Pd che sono stati scellerati”.
La delibera è stata votata a maggioranza con 19 voti favorevoli favorevoli e 9 contrari. Si è quindi discusso dell’accorpamento al demanio stradale di terreni di proprietà privata, utilizzati ad uso pubblico ubicati alla via Eugenio Montale. L’assessore Serluca ha spiegato che si tratta di una strada ad uso pubblico da oltre 20 anni: “Nessuno ha sopportato gli oneri di manutenzione o di illuminazione”. La votazione ha visto l’approvazione con 27 voti favorevoli e 1 astenuto. Si è discusso anche sull’approvazione del regolamento per la disciplina del sistema di videosorveglianza sul territorio del Comune di Benevento.
A relazionare il vice sindaco Francesco De Pierro: “Vogliamo reprimere le vicende delittuose. Le nostre videocamere sono tutte funzionanti, sono più di 100, e di ultima generazione che ci consentono di raggiungere obiettivi inimmaginabili. Le ultime le abbiamo installate al rione Libertà alla zona Stadio.
La parola è passata al consigliere di maggioranza Marcello Palladino: “Questo è un tema importante e ricordo che come sistema di deterrenza in via S. Chirico o a contrada Olmeri ci furono ben 14 furti in abitazioni e mi feci parte attiva per attivare sistemi di videosorveglianza. Bene anche per atti di vandalismo. Mi auguro possano interessare anche le contrade”. Il consigliere ha ricordato il lavoro della Polizia Municipale, con il Comandante Giuseppe Vecchio, e tutto l’iter per la procedura della videosorveglianza svolta dal responsabile della video sorveglianza urbana urbana Luigi Basile, il quale ha ripristinato il sistema di videosorveglianza e la dotazione di appunto 100 telecamere con anche la lettura targa. A prendere la parola poi la consigliera di opposizione Giovanna Megna: “Era un problema molto sentito e relativo alla sicurezza tra i ragazzini che frequentano il centro storico e gesti di vandalismo”. La votazione è passata all’unanimità con 27 voti favorevoli. Si è quindi passati al riconoscimento di un debito fuori bilancio. La votazione è passata con 18 voti favorevoli e 8 contrari . Discussa quindi la mozione e la proposta di riconoscimento della Palestina quale Stato democratico e sovrano.
Ad intervenire il consigliere Perifano che ha ricordato la conta delle vittime che sono circa 60mila molti dei quali bambini: “Quando tante voci si levano all’unisono può servire a smuovere la coscienza di chi ha nella mani le redini del potere decisionale”. Il primo cittadino ha rimarcato come ci sia necessità di pace: “E’ la parola più invocata in questo momento nel mondo, disarmata e disarmante Lì si affamano gli affamati. Credo sia giusto condannare e non assentarci”. Il consigliere di maggioranza Rosario Guerra ha sottolineato il grave genocidio che si sta compiendo: “E’ venuto meno il diritto internazionale all’autodeterminazione dei popoli. Oggi è il tempo di far sentire la nostra voce per due Stati e due popoli e non sui fondamentalismi religiosi”.
La mozione è passata con 24 voti favorevoli. Si è discusso sulla mozione intitolazione di uno spazio pubblico (via, piazza, slargo) a Giacomo Matteotti, martire del fascismo. A prendere la parola il consigliere Perifano: “E’ una vicenda annosa con dibattito sempre molto acceso. Il dibattito politico sulla toponomastica sta debordando rispetto ad altre questioni che interessano la vita. Volevo stabilire equilibrio tra torti e ragioni. Nel 1990 alla piazza fu dato quel nome e nessuno ha mai chiesto che fosse cambiato il nome di piazza Santa Sofia. In coincidenza con l’anniversario la questione si è riproposta e nessuno fa carico a Mastella le distrazioni degli ultimi due decenni. La mozione è una spinta affinché si trovi la soluzione. Noi come opposizione potremmo dare qualche suggerimento che resterà tale. A noi interessa dare un segnale di rispetto per questa figura che ha una eccezionale valenza simbolica.” L’assessore Chiusolo ha rassicurato: “In questi 35 anni non è mai stata fatta una proposta. Si è voluta alimentare una polemica strumentale. Colmeremo noi le lacune di altri”. La votazione è passata con 24 voti favorevoli. Discussa anche la tematica del plesso Pacevecchia. La consigliera Megna ha sottolineato: “Non c’è stata immediata azione dell’Amministrazione. Ci abbiamo impiegato quasi un anno ed esposta la famiglia scolastica al cattivo odore. Mi auguro per il futuro un clima più disteso”. L’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Mario Pasquariello: “Ci si è mossi con l’urgenza dovuta. E’ ingeneroso dire il contrario. La sostituzione del pavimento non è frutto della vostra sollecitazione”. Anche il consigliere con delega all’Istruzione Marcello Palladino ha attaccato l’opposizione: “Non siamo stati con le mani in mano”.
McTominay: “Napoli-Cagliari il momento più bello della mia carriera. Vogliamo ripeterci”
Il centrocampista del Napoli Scott McTominay, protagonista assoluto dello Scudetto conquistato lo scorso maggio, ha parlato ai microfoni di Radio Crc nel ritiro di Dimaro. Un’intervista ricca di emozioni, in cui il numero 39 azzurro ha ripercorso i momenti più belli della scorsa stagione, proiettandosi con determinazione verso la nuova annata.
Ambientamento in Serie A e il ruolo di Conte: “Ambientarmi in Serie A è stato reso molto semplice da mister Conte e dai miei compagni di squadra che sono stati fantastici con me dal primo momento in cui sono arrivato. Io volevo solo lavorare il più possibile, mettermi in forma il più possibile e mostrare le mie qualità in campo.”
Uno sguardo al presente e al futuro: “Non è un discorso solo per la passata stagione, ma vale anche per quella che è iniziata ora: nuovo capitolo, nuovi giocatori e non vedo l’ora.”
Il ricordo di Napoli-Cagliari: “Napoli-Cagliari? È stato il momento più bello della mia carriera: non potevo sognare di meglio. Ho fatto un’intervista quattro mesi fa e ho detto ai napoletani che avrei voluto portare loro il campionato ed attraverso il duro lavoro l’abbiamo fatto. Il gol è stato importantissimo, ma ora dobbiamo concentrarci su una nuova stagione e dobbiamo ripeterci. Le grandi squadre e i grandi giocatori sono sempre più affamati ed io farò del mio meglio per questa squadra. Abbiamo un sacco di partite quest’anno ed un grande gruppo!”
La festa Scudetto e il bus scoperto: “Bus scoperto? È stato bellissimo, non mi aspettavo nulla del genere: tutto quel supporto è stato incredibile, ad essere onesti. Io e Billy ci siamo seduti a casa mia dopo, abbiamo tirato un sospiro e detto ‘Wow’.”
Il merito ai tifosi: “Il merito dello Scudetto è della squadra, del tecnico, ovviamente, ma soprattutto dei tifosi: sono stati il 12° uomo per tutta la stagione, erano lì nella buona e nella cattiva sorte. Anche quando abbiamo avuto momenti difficili ci hanno aiutato.”
L’esperienza a Dimaro e il lavoro in ritiro: “È la mia prima volta a Dimaro: belle strutture. Ora è il momento di lavorare duramente: sarà una stagione lunga con tante partite e questa fase iniziale è fondamentale, anche per creare la chimica tra di noi.”
Il segreto… del cuscino: “Perché il cuscino? È quello con cui dormo sempre (ride). Ci alleniamo tantissimo ed abbiamo bisogno di dormire bene, mi aiuta molto.”