Napoli – Vandalizzata la sede dell’associazione ‘Un’infanzia da vivere‘ che si occupa di iniziative di solidarietà per i minori del Parco Verde di Caivano, zona della provincia di Napoli dove si trova quella che viene ritenuta una delle più grandi piazza di spaccio di droga d’Europa. Scassinata la porta, rotta l’antenna tv, ignoti hanno anche rovesciato a terra e disperso il contenuto di alcuni cassonetti. Sulla pagina Fb dell’associazione si denuncia che “i figli di Gomorra, i giovani delle piazze di spaccio, ci hanno vandalizzato e distrutto la sede dell’associazione“. Alla fine di ottobre scorso altro raid: i due pulmini con i quali i volontari dell’associazione accompagnavano i bambini del Parco di per attività ludiche sono andati a fuoco. Secondo i rappresentanti dell’associazione si è trattato di un incendio doloso, una ritorsione della camorra infastidita da iniziative che tendono a sottrarre minori alle grinfie dei clan.
“Si sono introdotti nella sede dell’Associazione in Viale Margherita a Caivano e dopo aver scassinato la porta d’ingresso hanno dato fuoco a un cassonetto e sparso rifiuti ovunque. Così si è presentata la sede di ‘Un’Infanzia da Vivere’ del Parco Verde di Caivano al suo fondatore, Bruno Mazza, il 1° gennaio 2022. E’ impossibile pensare a una semplice ‘bravata’ dopo l’episodio accaduto lo scorso mese di ottobre in cui sono stati dati alle fiamme i pulmini donati all’Associazione per accompagnare i bambini del Parco alle strutture ricreative. Triste vicenda che evidenzia il disprezzo dominante contro i presidi di legalità e normalità nelle zone a forte radicamento delinquenziale. Ma ciò non deve indebolire l’impegno di chi combatte per offrire opportunità ai più giovani contro le regole della barbarie criminale, anzi, questi episodi devono rendere ancora più determinante l’opera di contrasto. Pertanto vogliamo esprimere solidarietà e sostegno ai volontari ‘Un’Infanzia da Vivere’ affinché non si lascino intimidire da logiche perverse e retrograde come quelle malavitose. Per quanto ci riguarda, continueremo a combattere le piazze di spaccio e di morte fino a quando la presenza dei clan e dei loro complici non sarà debellata in modo radicale“. Lo hanno detto Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde, e il conduttore radiofonico Gianni Simioli.





Nella tarda mattinata di 
Si tratta dell’adattamento di D’Avino della brillante commedia nera con una suspense sorprendente, un vero divertimento ma anche una spietata riflessione sulla madre di tutte le guerre: quella dentro la coppia. Dopo aver subito un brutto incidente domestico, Lui torna a casa dall’ospedale completamente privo di memoria, ragiona ma non ricorda, non riconosce più neppure la moglie, che tenta di ricostruire la loro vita di coppia, tassello dopo tassello, cercando di oscurarne le ombre. Via via che si riportano alla luce informazioni dimenticate, si manifestano delle crepe: sono molte le cose che cominciano a non tornare. In questo giallo coniugale, in cui la verità non è mai ciò che sembra, la memoria, la menzogna e la violenza vengono completamente riviste per assumere dei significati nuovi, inaspettatamente vivificanti. L’autore gestisce la scrittura con grazia e freschezza, giocando briosamente tanto col metateatro quanto con oggetti ostici quali “la verità”, “la colpa” e, soprattutto, “l’amore”. Una macchina narrativa pressoché perfetta che svela impietosamente i meccanismi della coppia e i più intimi recessi dell’animo umano.


















