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Emiliano Mondonico ci ha lasciato. Dopo una battaglia lunga sette anni, combattuta con la sua consueta tenacia, il tecnico lombardo ha ceduto al tumore.

Icona del calcio nazional-popolare degli anni ’80 e ’90, ‘il Mondo’ si è spento a 71 anni. Ma il calcio non dimenticherà mai il suo sorriso, la sua sincerità, la sua passione, le sue capacità.

“Il pallone è il mio migliore amico” – gli piaceva ripetere. E il pallone ha ricambiato l’amore. Tante le soddisfazioni raccolte in carriera, da giocatore ma soprattutto da allenatore.

Moltissime le squadre guidate. Due quelle che tutti gli sportivi italiani hanno amato, a prescindere dal tifo: l’Atalanta della fine degli anni ottanta, capace di sfiorare la finale della Coppa delle Coppe, e il Torino – il suo Toro – dei primi anni novanta. L’immagine di Mondonico che imbufalito solleva la sedia per protestare contro l’arbitro, nella storica finale di Coppa Uefa con l’Ajax nel 1992, è patrimonio collettivo di quanti auspicano un calcio sano.

Ha allenato anche il Napoli, il Mondo, ma in una stagione disgraziata, terminata nella primavera del 2001 con la retrocessione in serie B all’ultima giornata. Era Napoli di Corbelli, per la prima volta alla guida della società partenopea, e di Edmundo.

Con lui, al di là della retorica, se ne va un altro pezzo di un calcio diverso, pane e salame, a cui guarderemo sempre con nostalgia.