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Algebris Investments ha presentato il 17 giugno il nuovo prodotto Hi Algebris Italia Eltif (European Long Term Investment Fund). È un fondo Eltif azionario, taglio minimo 30 mila euro, target di raccolta 200 milioni. Una sorta di Pir alternativo, che investirà nelle aziende in fase di quotazione in Borsa. Tra i settori selezionati troviamo il digitale, la salute, le energie rinnovabili e la sostenibilità.
La scelta di Algebris è quella di puntare sulla PMI italiana, in particolar modo su quelle aziende che si stanno preparando al debutto su Piazza Affari. Davide Serra ci spiega il motivo di questa scelta con le seguenti parole: «Negli ultimi 15 anni l’indice Star ha fatto+500%, le mid cap europee +400%, l’Eurostoxx +200% e il Ftse Mib meno di 50%». Una tendenza che quindi premia le piccole e medie imprese e le startup innovative e che può essere fondamentale per la ripartenza dell’economia visto la necessità di liquidi delle aziende italiane.
Algebris ha già investito complessivamente 400 milioni nelle medie imprese italiane: «Siamo i primi investitori qui», dice Serra. Algebris con il lancio del nuovo fondo è convinta di poter contribuire al rilancio dell’economia reale anche grazie ai vantaggi delle agevolazioni fiscali previste dal decreto Rilancio per i Pir alternativi.

Perché Algebris e le aziende del settore investimenti puntano sulla PMI, startup innovative e IPO?

Partiamo dalle PMI. Da sempre le aziende di dimensioni ridotte rappresentano il grosso del tessuto imprenditoriale italiano: Algebris ha compreso che sostenere piccole e medie imprese è un modo, così, a livello zero, per continuare a incentivare la creatività e industriosità italiana. A rendere attraenti questo tipo di imprese agli occhi degli investitori come Algebris, però, e lo hanno dimostrato anche questi mesi di emergenza, è soprattutto la flessibilità del loro modello di business e organizzativo: i mesi che verranno potrebbero richiedere, infatti, alle aziende continui e repentini aggiustamenti e una struttura meno complessa e più snella non può che rispondere meglio e in minor tempo. Il rischio economico minore a cui si deve far fronte se si decide di investire in PMI, naturalmente, fa il resto.
Che non sarà, però, tanto la paura del rischio a guidare le mosse di investitori come Algebris nei mesi a venire lo suggerisce la presenza tra i soggetti al momento osservati speciali dal mondo della finanza di startup innovative e IPO. Le prime sono giovani, hanno brand idee piuttosto ben definite e uniche, inedite nel proprio settore di riferimento. Certo, la scelta degli investitori potrebbe ricadere soprattutto su settori strategici e in grado di guidare la crescita per il Paese come la salute, il digitale, la sostenibilità, la rinnovabilità, per esempio, come riporta ilcorriere.it in merito ad Algebris. Investire in startup, meglio se innovative, insomma, è una mossa strategica in vista di guadagni futuri ma, per guardare al presente, è una mossa conveniente anche perché la nuova manovra rilancio continuerà e prevedere, se non li accentuerà, sgravi e incentivi fiscali per chi decide di collocare i propri capitali in aziende nelle fasi iniziali della propria vita.

Algebris, gli investimenti IPO possono essere una strategia vincente

Algebris ha dunque carpito quei segnali che c’erano già prima degli scorsi (complicati) mesi, indizi che facevano capire agli esperti del settore che investire nelle IPO, ossia in aziende in fase di collocamento in borsa potesse essere una mossa strategica e piuttosto conveniente. Dove non è arrivato, infatti, il mito di chi ha investito in Apple o in Facebook prima ancora che diventassero Apple o Facebook e ne ha ottenuto un ritorno ben oltre le aspettative, sono arrivati dati dalle principali borse come quelli, riportati ancora da Algebris, che vorrebbero a due zeri l’indice di crescita delle mid cap per esempio. Certo, investire in offerte pubbliche iniziali può essere rischioso e richiede, al minimo, una serie di precauzioni: più che per qualsiasi altro tipo di investimento, serve innanzitutto raccogliere in anticipo quante più informazioni possibili sulla realtà su cui si intende investire, la sua storia, il suo organigramma, eccetera e, per quanto difficile, sarebbe opportuno badare alla formazione del prezzo delle azioni che, non essendo ancora definito dal mercato, potrebbe non essere del tutto trasparente.