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Un anno, o dodici mesi se preferite. Sembra passato molto più tempo e invece “solo” il 27 dicembre 2020 iniziava la campagna di vaccinazioni in Italia. Era il V-Day e a ricordarlo ci ha pensato il ministro della salute, Roberto Speranza, con un post sul proprio profilo facebook: “In 12 mesi, grazie alla forza del nostro Servizio sanitario nazionale, all’impegno senza precedenti delle donne e degli uomini della sanità italiana, abbiamo somministrato oltre 108 milioni di dosi“.

Sembrava essere la luce in fondo al tunnel, un segnale di speranza che ci avrebbe condotti fuori dall’incubo chiamato pandemia. A distanza di un anno, invece, il covid è ancora tra di noi. Varia, muta, assume nomi ogni volta diversi, continuando a condizionare le nostre vite, le nostre abitudini e i nostri rapporti.

Oggi a fare paura è Omicron, la variante che ha fatto schizzare in alto la curva dei contagi, facendo registrare numeri che nemmeno durante la prima e tragica ondata avevamo mai visto. Il rimedio resta sempre lo stesso: vaccinarsi. Se il covidattacca‘ ad ondate, il vaccino risponde a dosi. Dopo un anno siamo arrivati alla terza somministrazione e la sensazione è che non sarà l’ultima.

Mentre molti Paesi corrono ai ripari, la stessa Italia ha varato regole più stringenti per cercare di contenere il diffondersi del virus ed evitare un altro lockdown, nel Mondo c’è già chi di dosi ne ha ricevute quattro. In Israele, una donna è stata la prima persona ad essere vaccinata con la quarta dose. Si chiama Orna Rahminov e di professione fa l’infermiera presso l’ospedale Shbea di Tel Aviv. Basterà? Difficile dirlo. L’unica certa è che quella luce che intravedevamo un anno fa, in realtà era più lontana rispetto a quanto ci augurassimo.