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Piacenza – La gara tra il Cuneo e la Pro Piacenza è destinata a passare alla storia. Gli emiliani si sono presentati in campo con soli sette ragazzi per evitare l’estromissione dal campionato di serie C, poi ugualmente arrivata per mano della Lega con tanto di cancellazione dell’affiliazione alla Figc. Sul campo, comunque, la gara si è chiusa “regolarmente” al novantesimo con il roboante risultato di venti a zero in favore dei piemontesi.

Una vicenda che si è guadagnata la ribalta nazionale e della quale è stato protagonista un beneventano. Il sannita Carmine Palumbo era infatti il direttore generale della Pro Piacenza, l’uomo che ha organizzato la trasferta di quei sette ragazzini mortificati sul rettangolo di gioco.

Palumbo ha raccontato quanto successo a Cuneo, parole riprese anche dal Corriere della Sera. «Potevo fermarli, simulare un infortunio e andare via. Ma mi sono inorgoglito quando ho sentito due dei miei urlare: “Si gioca fino al novantesimo. Anche si ci faranno cinquanta gol”», si legge sulle colonne del quotidiano, «giovedì sera ho ricevuto lo sblocco e la possibilità di tornare a giocare. Mi sono messo subito al telefono per comporre la rosa. Avevo una lista. Ho telefonato. Molti mi hanno detto che non avrebbero lasciato partire i loro figli. Forse sono stati umiliati in passato».

Molti ma non tutti. Sono bastati quei sette “si” a convincere Palumbo a non disertare l’appuntamento del “Fratelli Paschiero“: «Non ho minacciato nessuno. Sia chiaro. Ho solo spiegato che se le cose fossero andate bene avrebbero avuto una possibilità in futuro». Le cose, però, si mettono subito male. Il giovane Isufi parte senza i documenti necessari per giocare e in campo è costretto a scendere il massaggiatore-giocatore, con tanto di nome sulla maglietta coperto col nastro adesivo.

Il finale era facilmente prevedibile ma a Palumbo c’è una cosa che proprio non è andata giù. «Ho letto e sentito commenti terribili. Ma la vera vergogna sono stati quelli del Cuneo. Come si fa a fare 20 gol a ragazzini che non hanno mai giocato in prima squadra? Se la partita finiva 5-0 tutto questo clamore mediatico non ci sarebbe stato. Sicuro. Come è successo a quelli della primavera del Matera, club nella nostra identica situazione. Solo che loro a Reggio Calabria hanno perso 6 a 1. E nessuno ha avuto da ridire. Mi ha chiamato un dirigente della Reggina e me l’ha fatto notare».