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NAPOLI – «La camorra napoletana gode di un fitta rete di relazioni economiche ed è caratterizzato da uno spesso filo di connivenze con ambienti sociali e solo formalmente puliti. Protetto da rete di collusioni con imprese, ceti professionali. C’è inoltre un nuovo rapporto camorra-politica che non si nutre più del voto ma si estrinseca nella elezione di rappresentanti direttamente espressi dagli ambienti criminali». Questa l’allarme lanciato da Luigi Riello, procuratore generale della corte d’Appello di Napoli nel corso dell’inaugurazione dell’anno Giudiziario del Distretto di Napoli. «Occorre comprendere che la camorra ha cambiato faccia e che occorre sconfigge ogni residua concezione che ritiene che la criminalità a Napoli sia disorganizzata e frammentata». Ecco i dati. Nel periodo che va da luglio 2016 a giugno del 2017 ci sono state 121 ordinanze confermate per il 72 % dei casi, 25 sequestri preventivi per un valore di 867 milioni di euro. Sono stati catturati 55 latitanti. Nel corso del 2017, sono stati commessi 26 omicidi di stampo camorristico che conferma «la scelta dei clan di avere un basso profilo per evitare di attirare su di se’ l’attenzione investigativa».