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Anche se il Dpcm fosse firmato stasera ed entrasse in vigore domani, le misure previste per le diverse aree del territorio nazionale non sarebbero valide immediatamente. Il meccanismo che prevede una differenziazione delle restrizioni infatti richiede un’ordinanza ad hoc del ministero della Salute che assegna la singola Regione a una fascia piuttosto che a un’altra.

Quindi domani, con il nuovo monitoraggio Iss, saranno calcolati i livelli di rischio sulla base di 21 differenti parametri, tra cui il numero di casi sintomatici notificati per mese; numero dei casi con storia di ricovero ospedaliero; numero di strutture residenziali socio-sanitarie che riscontrano almeno una criticità settimanale; percentuale di tamponi positivi; tempo medio tra data di inizio dei sintomi e data di diagnosi; indice di replicabilità; numero di nuovi focolai di trasmissione e non ultimo per importanza occupazione di posti letto di area medica o terapia intbensiva, sulla base dell’effettiva disponibilità del singolo territorio e struttura ospedaliera.

Poi il ministro Speranza, sentito il presidente della Regione, firmerà l’ordinanza che sarà valida per un periodo minimo di 15 giorni. Il `controllo´ sul permanere dei presupposti che hanno portato all’inserimento di una Regione in un dato scenario sarà almeno settimanale. I territori potranno essere spostati da una fascia all’altra in base al mutare delle condizioni.