“Finalmente anche personaggi illustri come Adriano Giannola, il presidente dello Svimez, hanno capito che ‘deportare’ una popolazione, quella flegrea prima e quella vesuviana poi, in caso di eruzione, a 1000 chilometri di distanza è una pazzia che avrebbe un costo di 30 miliardi, e che le popolazioni sfollate devono essere ospitate nelle aree interne della stessa regione Campania“: lo afferma la consigliera regionale Maria Muscarà, del gruppo misto. “Sono più di sei anni che combatto affiancando il progetto ‘convivenza Vesuvio’ dell’Ing. Vincenzo Coronato, ma non ci vuole questa grande visione politica per capire i rischi ed i costi nel portare a centinaia di chilometri, centinaia di migliaia di persone, per quale motivo? Notevoli sarebbero le ricadute economiche con la perdita del PIL campano, ricadute culturali e sociali. In Commissione nel 2018 chiesi al Dipartimento di Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, di attivare un piano di evacuazione delle popolazioni all’ora solo delle zone vesuviane, nella zona interna della Campania caratterizzata dall’80% del territorio, a fronte del 20% di quello costiero, ed è quasi totalmente disabitato, fu approvato anche un ordine del giorno in Commissione. A quanto pare, si parla ancora di spostare milioni di cittadini al Nord Italia, sarà sempre per ragioni economiche? Ha ragione Giannola, le aree interne sono da ripopolare, ma già da oggi, con incentivi che sposterebbero i cittadini nella zona interna, alleggerendo le zone vulcaniche”.
Campi Flegrei, Muscarà: “No alla ‘deportazione’ nel Nord Italia”
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