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Un comunicato stampa della capogruppo in consiglio regionale della Campania del M5s, Valeria Ciarambino, irrompe nelle mailing list dei giornalisti. “Ricordate la sceneggiata di De Luca contro il Governo nazionale che, a suo dire, non inviava dispositivi di protezione in Campania? Oggi sappiamo con assoluta certezza”, dice la Ciarambino, “dati e atti alla mano, che ad aver sottovalutato l’esplosione della pandemia sono state proprio regioni come la Campania. Secondo quanto infatti stabilito dal Piano Nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale, approvato il 9 febbraio 2006 dalla Conferenza Stato-Regioni e, nel caso della Campania, sulla base di quanto successivamente definito con delibera regionale del 2009 (1203 del 3/07/2009), il governatore De Luca aveva l’obbligo di mettere in campo una serie di iniziative di prevenzione e contenimento di una possibile emergenza fin dalla notizia della diffusione del Covid-19 in Cina. Ovvero, fin dal dicembre 2019. Dunque, oltre un mese prima della dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Governo, datata 31 gennaio 2020 e ben due mesi prima che il virus arrivasse in Campania”.

Secondo la Ciarambino, dunque, la Regione Campania, nel dicembre 2019, doveva iniziare a mettere in campo le misure di contenimento, mentre in tutto il resto d’Italia non succedeva nulla.

“Un ritardo”, prosegue la leader del M5s in Campania, “che si è rivelato fatale, soprattutto per la mancata immediata attivazione di misure di protezione per il personale sanitario, mandato al fronte a mani nude e senza alcuna protezione e per questo esposto a un gravissimo rischio infezione, fino a farlo divenire vettore di contagio all’interno degli stessi ospedali e nelle rispettive comunità. Intervenendo nei tempi dettati dai piani di riferimento, sarebbe stato anche molto più semplice approvvigionarsi di dpi in un momento in cui il mercato non era ancora inflazionato di richieste. Ora capite quanto è stato vergognoso lo scaricabarile sul Governo nazionale?”.

“Nelle fasi interpandemiche e di allerta pandemica”, dice ancora la Ciarambino, “dunque fin dal dicembre 2019, solo ed esclusivamente alla Regione Campania, e non al Governo, competeva l’adozione di misure per limitare la trasmissione del contagio in comunità, scuole, case di riposo, uffici e qualunque altro luogo di ritrovo. Se si fosse provveduto in tempo a effettuare una ricognizione dei posti in terapia intensiva, avremmo saputo con mesi di anticipo che erano la metà di quelli necessari in condizioni ordinarie, provvedendo in tempo ad attrezzarne un numero adeguato in previsione di un’emergenza.  E se misure per la diagnosi precoce, l’assistenza domiciliare e l’isolamento individuale fossero state implementate in tempo e non in piena emergenza, sarebbe stato possibile contenere gli effetti della pandemia, proteggendo cittadini e operatori sanitari. Quello a cui stiamo assistendo oggi è solo una corsa spasmodica del governatore contro il tempo che lui stesso ha perso”, conclude, “contravvenendo alle disposizioni dei piani pandemici”.

Anteprima24.it ha contattato lo staff della Ciarambino, rivolgendo una semplice domanda: scrivete testualmente che “ad aver sottovalutato l’esplosione della pandemia sono state proprio regioni come la Campania”, quali regioni invece hanno fatto quello che secondo voi avrebbero dovuto fare? “Assolutamente nessuna, a quanto possiamo sapere, ma abbiamo mandato la nostra interrogazione agli altri gruppi regionali del M5s per verificare se in altre regioni le indicazioni sino state rispettate ”, è la risposta. Ma allora perché scrivere “regioni come la Campania”? Non sarebbe stato più corretto scrivere “tutte le regioni italiane”? Ah saperlo…