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Napoli – Le parole di Vincenzo De Luca hanno avuto l’effetto di un cataclisma. La volontà del presidente della Regione Campania di non seguire le direttive del Governo in merito alla campagna di vaccinazioni hanno suscitato una ridda di reazioni. Il generale Francesco Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza, ha subito richiamato sui suoi passi il presidente, ottenendo in cambio una risposta in cinque punti: dalla carenza di vaccini ai rifiuti di AstraZeneca, passando per i ritardi nell’approvazione dello Sputnik

Attraverso le colonne di Repubblica è arrivata, questa mattina, anche la replica di Fabrizio Curcio. Il capo della Protezione civile ha bocciato l’idea che, una volta completate le vaccinazioni alle persone con più di 80 anni, la Campania possa proseguire la campagna vaccinale per settori economici.

Dobbiamo invertire la prospettiva. Non c’è uno Stato centrale e poi De Luca. C’è uno Stato fatto dal governo romano e dalle Regioni, dalle province e dalle microautonomie. Sono loro a conoscere il territorio, noi abbiamo l’onere di tenere un filo comune, usare un linguaggio valido per tutti“, si legge nell’intervista rilasciata da Curcio, “quando vado nei territori, i presidenti mi parlano, non ringhiano. E da qui, via Ulpiano a Roma, provo a far dialogare la Protezione civile regionale con la sanità regionale. Cerchiamo le soluzioni migliori e alla fine, certo, vanno rispettate da tutti“.

Replicato al ‘De Luca pensiero‘, il capo della Protezione Civile ha però, indirettamente, confermato le carenze lamentate dallo stesso presidente di regione in merito alla quantità di vaccini a disposizione. “Stiamo crescendo lentamente, ma stiamo crescendo. Siamo arrivati a trecentomila iniezioni al giorno e andremo oltre. La questione è che non ci sono abbastanza vaccini per far girare la macchina al massimo. Andiamo, lo dice il generale Figliuolo, a 315 l’ora, potremmo andare a 600“, ha concluso Curcio.