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Napoli – Terza faida di Scampia, le indagini sulla scomparsa di Antonio D’Andò sono a un passo dalla svolta. Il corpo del ras degli Scissionisti, uomo di punta del clan Amato entrato in ritta di collisione con il giovane boss Mariano Riccio, sarebbe stato ritrovato dopo anni di ricerche. Questa mattina le forze dell’ordine hanno proceduto alle operazioni di scavo in una zona di campagna nel comune di Arzano, vale a dire nel terreno dove i killer di Antonio D’Andò, tutti attualmente sotto processo, hanno indicato di avere sepolto la vittima a seguito dell’omicidio consumatosi il 2 febbraio 2011. Le ossa di D’Andò sono state trovate all’interno di un sacco bianco. I killer hanno confessato poche settimane fa in Tribunale nel corso dell’udienza che si è tenuta davanti al gip.

A indicare il luogo del seppellimento sono stati Emanuele Baiano, Mario Ferraiuolo, Giosuè Belgiorno e Ciro Scognamiglio. Furono loro ad occuparsi della sparizione del cadavere. Nel processo è imputato come mandante Mario Ricco, all’epoca a capo dei Pagano e anch’egli autoaccusatosi del delitto: sarebbe stato lui infatti a ordinare il delitto e a dare l’ordine di far sparire il corpo della vittima. D’Andò venne ucciso nell’ambito della guerra interna scoppiata tra gli Amato e i Pagano per via della gestione degli affari del clan all’epoca affidata a Mario Riccio, genero del boss detenuto Cesare Pagano: Riccio, approfittando dell’assenza di un esponente di vertice degli Amato che bilanciasse il suo potere, ridusse gli Amato al rango di meri affiliati, innescando così una tensione tra le due famiglie che determinò una fulminea scia di sangue.