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“E quando penso che sia finita, è proprio allora che comincia la salita”. Antonello Venditti potrebbe allungare il testo di uno dei suoi brani più iconici con una ulteriore storia, quella di Fulvio, commissario regionale di Forza Italia.
Le inquietudini e i turbamenti che avevano accompagnato la presentazione delle liste – con gli addii eccellenti di De Siano e Sarro, per citarne alcuni – sembravano essere ormai parte del passato. Ricordi spiacevoli spazzati in una notte di festa, quella del 25 settembre. Festa meritata, perché in Campania gli azzurri chiudevano le urne con tre punti percentuali di consenso in più rispetto alla media nazionale. Tanta roba, soprattutto in considerazione della serenità ritrovata. Invece no.
Trascorsi poco più di trenta giorni dal voto per le politiche è già tempo di nuovi addii. E questa volta fa ancora più rumore perché a sbattere la porta è Stefano Caldoro, da quindici anni frontman indiscusso del centrodestra per Palazzo Santa Lucia. Notizia nell’aria da giorni. A preannunciarla i malumori dell’ex governatore per l’esclusione di un rappresentante del Mezzogiorno dalla scelta dei ministri azzurri del governo Meloni. Il primo segnale di abbandono proveniente da Arcore. Il secondo arrivava pochi giorni dopo con la scelta di Tullio Ferrante come sottosegretario alle Infrastrutture. Nomina buona per Martusciello, non per Caldoro che si aspettava il nome di Massimo Grimaldi, suo fedelissimo e altro consigliere regionale.
Lo strappo non è ancora ufficiale ma è imminente: questione di giorni, se non di ore, assicurano i soliti beneinformati. Nota pure la probabile destinazione: Fratelli d’Italia. Un passo che Caldoro non compirebbe da solo, al suo fianco ci sarebbe proprio Grimaldi. Problema serio per Martusciello perché con la sola presenza di Paolo Cascone (che prenderà il posto di Annarita Patriarca, eletta in Parlamento) non ci sarebbero più i numeri per tenere in vita il gruppo di Forza Italia nel parlamentino campano. Uno smacco. L’inizio della nuova salita. Perché è tale la strada per le regionali del 2025. Da decenni spetta a Forza Italia l’onore e l’onere di indicare il candidato alla presidenza per il centrodestra.
Ma stavolta potrebbe andare diversamente, se queste sono le premesse.