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Da giorni sentiva odore di bruciato. E aveva avvertito: “Fino a quando Catello (Maresca, ndr) non si decide davvero da che parte stare, io stacco la spina. La composizione delle liste si ferma. Se sceglie il centrodestra, io e i miei civici non ci stiamo più”.

Detto fatto: questa mattina, Alessandro Nardi, l’uomo che stava costruendo le liste elettorali per l’ex pm della Dda, ha fatto sapere che molla.

A fargli prendere questa decisione la rassegna stampa. Proprio così. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’intervista che Maresca ha concesso a Fabrizio Boschi de “Il Giornale” dal titolo inequivocabile: “Sono di centrodestra, troviamo un’intesa”.

Come se non bastasse, poi, in radio ha ascoltato l’intervento di Matteo Salvini nel corso di “Barba&Capelli”, la trasmissione in onda su Radio Crc Targato Italia, nel corso della quale il leader leghista ha di fatto messo il cappello sulla candidatura del magistrato: “Spero che su di lui il centrodestra non si divida”.

“Signori – è stata, a quel punto, la reazione di NardiIo vi saluto. Io non ci sto più”. L’ex uomo forte di De Magistris si è sentito tradito.

A queste parole, qualcuno gli ha fatto notare la seconda intervista del giorno che Maresca ha concesso a un giornale nazionale: quella data a Dario Del Porto di “Repubblica” in cui il magistrato usa termini assai più dissimulanti. Tant’è che il titolo è: “Ai partiti chiedo un passo di lato, ma ho sbagliato a dire che me ne fotto”. Ma non è valso a nulla.  

Sostanzialmente, lo strappo è consumato. Il suo progetto di far diventare Maresca, nel nome del civismo, il nuovo De Magistris è stato colpito e affondato. Non solo dai sondaggi impietosi. I veleni tra il gruppo civico e quello politico che girano attorno al candidato Maresca si respirano da settimane nell’aria del suo comitato.

Ma, almeno per ora, Nardi, uno dei protagonisti della stagione arancione del sindaco uscente, presidente della Mostra d’Oltremare e della Napoli Holding, giura che rimarrà fermo a questo giro: nessuna vendetta. Nessun aiutino all’altro grande competitor di questa corsa a Palazzo San Giacomo, Gaetano Manfredi. Sebbene sia difficile credere che, da qui alla presentazione delle liste, il suo telefono non riprenda a squillare.