- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

G.M.

Oggi, 25 ottobre è il “World Pasta Day”, ovvero la Giornata Mondiale della Pasta, l’evento che si celebra in tutto il mondo e che ha come protagonista la regina della dieta mediterranea. Ma in Italia quanta pasta mangiamo?  Ebbene, il 45% degli italiani non rinuncerebbe mai alla pasta nemmeno nella dieta e come si può ben dedurre, al Sud si mangia più pasta che al Nord. Oggi in media ogni italiano consuma 24 chili di pasta all’anno (il doppio rispetto ad altri Paesi) e la nostra produzione è di 3,2 milioni di tonnellate che ci rende i leader mondiali nel settore. Ma in particolare negli ultimi due anni sono state vendute oltre 378mila tonnellate di pasta all’anno, il 36% del totale, solo nel Mezzogiorno.

Esiste di qualunque forma e sapore, l’Aidepi (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta italiane) ne ha censiti oltre 300 tipi, ma sembra che il Sud preferisca quella liscia e c’è una ragione ben precisa. Storicamente a Napoli, la pasta rigata veniva prodotta solo per i mercati del Nord. Era venduta dai Gragnanesi sul mercato di Roma e chiamata così “uso Roma”, da cui i famosi Rigatoni romani. I Napoletani si guadagnarono, a fine Settecento, l’appellativo di “mangiamaccheroni”, che erano il piatto unico dei poveri. E infatti è così che la pasta ‘incontra’ Pulcinella, la maschera più conosciuta della tradizione partenopea e famosissima soprattutto per la sua insaziabile voracità, infatti c’è una battuta comicissima che riguarda la frittata di maccheroni, tradizionalissimo piatto fatto con uova e avanzi di pasta, pochè il personaggio dice: “E’ molto buona ma non la posso mai mangiare perché la pasta non avanza”.

A livello globale, invece, sono gli spaghetti ad avere il primato, il piatto più amato da Totò. Insomma, che mondo sarebbe senza pasta?