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Napoli – “Abbiamo ogni giorno davanti agli occhi scene pesanti, che questo protocollo rappresenti anche un messaggio di pace e solidarietà affinché si imbocchi la strada per un ‘cessate il fuoco’ e per una trattativa che fermi questo bagno di sangue”. E’ l’auspicio del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che oggi, nel Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, insieme con il procuratore generale Luigi Riello e l’Avvocato Generale Antonio Gialanella ha siglato un protocollo d’intesa sul tema dei trapianti d’organo che vede l’adesione di tutti i procuratori della Repubblica del distretto della Corte di Appello di Napoli.

“Un esempio straordinario, l’unico in Italia di collaborazione tra autorità giudiziaria e regionale in tema di trapianti d’organo”. Così, il presidente della Regione Campania ha definito il protocollo d’intesa siglato oggi nel Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, recentemente intitolato al giurista di lungo corso e già presidente della Corte Costituzionale Alessandro Criscuolo, con il quale si disciplina il rapporto tra autorità giudiziaria e autorità sanitaria regionale riguardo l’espianto di organi e tessuti in caso di decesso di potenziali donatori causato da eventi che possono costituire dei reati (come sinistri stradali, omicidi volontari, infortuni sul lavoro e responsabilità professionale a quali aggiunge il caso della morte di soggetti detenuti). Per De Luca il protocollo, che snellisce i rapporti tra l’autorità giudiziaria e quella sanitaria regionale, tocca un tema “estremamente delicato e questa testimonianza di solidarietà e di impegno civile è un segnale di grande valore per la nostra comunità perché il tema della donazione è da sempre delicato”.

“A volte – ha ricordato il governatore della Campania – si incontrano barriere psicologiche che vanno superate”. “In questi due anni di Covid – ha ricordato De Luca – si sono ridotte le donazioni di sangue, di organi, di tessuti e con questo protocollo riprendiamo l’attività di aiuto per le persone più fragili e deboli”. Ci sono in Italia, ha detto ancora il presidente De Luca, “circa 10mila persone in attesa di un trapianto e di queste circa 600 muoiono per non avere ricevuto l’organo. Tutto questo – ha concluso De Luca – chiama in causa la nostra coscienza”.