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Una mole di dati informatici fino a 36.000 file, chat come il gruppo Whatsapp “Gli sfiammati” che ha dato il nome all’indagine, videochiamate, riunioni virtuali definite “sindacali” e messaggi compongono l’inchiesta condotta dalla compagnia dei carabinieri di Scafati, in collaborazione con il comando provinciale dell’arma e la procura di Nocera Inferiore guidata dal dottor Antonio Centore che con il pm Angelo Rubano ha dato esecuzione oggi alle misure cautelari che hanno consentito di fermare il gruppo che rubava auto e le restituiva ai legittimi proprietari chiedendo in cambio somme che si aggiravano intorno ai 1500 €.

I dettagli sono stati resi noti oggi in una conferenza stampa a distanza alla presenza anche del comandante dell’Arma Gianluca Trombetti, al quali il capo della procura di Nocera, Centore, ha rivolto una serie di elogi per l’esito di un’indagine tutta basata sull’analisi di dati informatici. L’inchiesta è partita nel 2019: al momento accertato il reato su 13 autovetture ma il giro di affari del gruppo è molto più ampio. Tecnologicamente avanzati (a capo della banda proprio la persona che era in grado di gestire gli avanzati sistemi tecnologici che consentivano anche di risalire ai proprietari delle vetture, oltre che individuare sul mercato le auto più ricercate), sono in totale otto i componenti del gruppo che a vario titolo erano coinvolti nel traffico di auto. Una volta individuata la vettura da rubare,

La stessa veniva fatta riposare come dicevano gli autori tra di loro per far abbassare l’attenzione sul furto. Poi si procedeva con la richiesta del cavallo di ritorno. Grande  collaborazione c’è stata da parte dei proprietari delle auto che come dichiara ad Anteprima24 il comandante della compagnia di Scafati, Gennaro Vitolo, hanno dato una mano.