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NAPOLI – Qui Palazzo Santa Lucia. Ore 14:45 di venerdì. L’ora fatidica: il fronte (social) chiama. L’ordine è di indossare non l’elmetto ma, almeno metaforicamente, ancora la mascherina “anche se decidono che finisce lo stato di emergenza”.
 
Si posiziona la telecamera. Meno tre, due, uno. In onda: diretta Facebook. La guerra del Governatore Vincenzo De Luca inizia.
 
Un Governatore. Anzi: un presidente di Regione. Italiano. In guerra. Sì, proprio in guerra. Perché di guerra parla.
 
Chi fa più caso che lo fa sotto l’insegna dell’ente pubblico che guida, la Regione Campania?
 
Questa diretta dovrebbe essere tutt’al più un bollettino.
 
Era nato così quest’appuntamento social, vi ricordate? Informazione di servizio al tempo della pandemia. Un appuntamento straordinario in tempi straordinari.
 
E invece: due anni dopo, il Governatore è ancora qui. Da solo. L’ultimo giapponese. Davanti a una telecamera. A parlare alle truppe.
 
Certo, non proprio a sollevarne l’umore. Il tono e la gravità delle parole che spende sono il suo solito. Non c’è più la guerra al virus. Ma c’è la guerra in Ucraina. E quindi il Governatore si trasforma in Sub Comandante.
 
Una trincea tira l’altra, del resto. E De Luca, petto in fuori, va davanti al suo popolo. Affonda i suoi stivali nel fango. Ancora. E si sente legittimato a dire la sua. Anzi: a ribadire la sua sul conflitto in corso.
 
Sotto la bandiera della Regione Campania, soldi dei contribuenti campani. Parla da Governatore in Capo. Dalla sua sede istituzionale, non da invitato in qualche talk-show o perché sollecitato in una intervista giornalistica.
 
Il Sub Comandante ha l’aria di chi sa cosa dice, come e più del numero uno della Nato. E dice. Dice sulla guerra per 31 dei 51 minuti e 33 secondi in cui va in onda, questo venerdì.
 
La diretta oggi inizia con 927 persone collegate. Sono lontani i numeri della pandemia del 2020.
 
Bisogna marciare, quindi. Avanti, march. A caccia di like. Per 31 minuti, il Sub Comandante De Luca Vincenzo inizia citando Hannah Arendt: “la banalità del male”.
 
C’è la guerra sull’uscio di casa. “Chi se lo sarebbe mai aspettato?”. Che mondo consegniamo alle giovani generazioni?
 
“Sono cadute finanche le barriere psicologiche che la tenevano lontana da noi”.
 
E però: certo, se ci fosse stato lui. Al posto giusto. Al momento giusto. Lui, il Governatore: avete capito bene. Tutti avrebbero continuato a vivere felici e contenti, in pace.
 
Perché “c’erano le condizioni di evitarla”, questa maledetta guerra. “Sei mesi fa”, dice il Governatore.
 
“Oggi no, non ci sono le condizioni di farla finire presto”. E finanche “è difficile scorgere un futuro sia nel caso in cui vincesse la Russia, sia se perdesse”.
 
Ma il messaggio che passa è questo: sei mesi fa: oh, se la Nato, l’Unione Europea, gli Stati Uniti, se solo uno in Occidente avesse pensato di fare una telefonata a Palazzo Santa Lucia…
 
“Un compromesso politico” era a portata di mano. “Oggi no, ma sei mesi fa sì”. “Si dava (a Putin) il Donbass, le due Repubbliche…”
 
Anzi: dicendola tutta. “Chi ha inventato la guerra preventiva? Bush. Chi ha cominciato ad armare l’Ucraina già da un anno? Biden”.
 
I 1306 che lo ascoltano in diretta (massimo storico della puntata) sono indotti a pensare che Putin tutti i torti non li abbia.
 
Ma passano i minuti. E il Sub Comandante inizia a perdere le truppe. Iniziano a fioccare i commenti che con la guerra non hanno nulla a che vedere.
 
O meglio: non hanno nulla a che vedere col fronte est. Non hanno nulla a che vedere con il Sub Comandante De Luca Vincenzo. Ma chiamano in causa il Governatore Vincenzo De Luca.
 
“Invece di fare analisi geopolitiche, si occupi dei ticket per la sanità”.
 
“Per le bollette non dice nulla?”
 
“L’Asl Napoli 3 è senza soldi, sa presidente?”
 
“Il personale Covid perché non viene confermato? Gli ospedali sono senza personale…”
 
E quindi: Sub Comandante De Luca Vincenzo, dietro la collina, “vanno bene le adozioni accelerate da proporre al Parlamento: non più anni, ma massimo 4 mesi per i bambini orfani che stanno arrivando da noi”, ma la Regione Campania? Che fa, intanto? Che ha fatto finora, la Regione Campania? Per i Campani, presidente?
 
Nella notte crucca e assassina, al Sub Comandante De Luca Vincenzo è vietato ricordare il contratto con Putin per il vaccino Sputnik. E a lui viene naturale precisare che “non abbiamo potere di intervenire”. Per gli esiti del conflitto, naturalmente.
 
Solo dopo oltre mezz’ora si cambia registro: si va dritti a casa. Si parla di Sarno, il fiume più inquinato d’Europa.
 
“Nell’arco di un anno e mezzo, due anni, tutto il mare diventerà balneabile. Avremo depuratori e disinquinamento: saremo all’avanguardia”.
 
C’è ancora qualche nemico dietro l’angolo? Le lettere a Enrico Letta degli intellettuali che gli danno dell’ “odiatore seriale”, sono pallottole da cecchini.
 
Ma chi le firma dimentica come in Campania eravamo combinati nel 2015. “Lo sapete che non parlo del passato, lo faccio solo quando qualcuno dà fastidio non ricordando che fino al 2034 dobbiamo pagare 600 milioni per il debito che ci hanno lasciato. Pensate a quante cose belle si potrebbero fare ogni anno con 600 milioni…”
 
Meglio “concludere con qualcosa di bello”, allora, Sub Comandante: Procida capitale della Cultura, ad esempio. E sul tema, De Luca sembra rispondere a distanza al sindaco di Napoli: martedì Draghi va da lui? “Per Procida (e con me, ndr) ci sarà Mattarella”. Bel colpo, Sub Comandante. 
 
E ancora: “Il caffè espresso bene dell’Unesco. Così, dopo la dieta mediterranea e l’arte della pizza, chiudiamo il cerchio”.
 
Intanto, sono trascorsi 51 minuti e 33 secondi di diretta Facebook: 274 commenti, 24 mi piace. Salvate il Sub Comandante De Luca Vincenzo.