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Domani si riunirà a Bruxelles il Consiglio Agrifish, il sindacato lancia l’allarme sul rischio dumping sociale tra Paesi UE: “Dopo le proteste degli agricoltori, giunte anche a Parigi al Salone dell’Agricoltura, pare che alcuni Paesi siano intenzionati a rivedere diverse norme legate alla PAC. In particolare, una nota della Presidenza belga per il Consiglio Agricoltura e Pesca di domani e martedì chiede il rinvio dell’attuazione della condizionalità sociale, ma per noi questo punto è inaccettabile e rappresenta una grave strumentalizzazione delle proteste in corso, perché non è quel che chiedono gli agricoltori: il loro problema non può essere certo quello di dimostrare che i fondi pubblici incassati dall’Europa siano usati per produrre con lavoro dignitoso e contrattualizzato anziché sfruttamento e lavoro nero”. – lo scrive il Segretario Generale Fai-CISL Onofrio Rota 

“Sarebbe paradossale – spiega il sindacalista – un’agricoltura europea che vincola i soldi della PAC, cioè dei cittadini, al rispetto dell’ambiente e del benessere animale ma non a quello degli operai agricoli, un paradosso che abbiamo avuto per troppo tempo, con effetti negativi visibili a tutti, e che la nuova PAC va finalmente a sanare. Tra l’altro l’Italia e altri Paesi hanno cominciato a regolamentare questo aspetto dal 2023, lo stesso Ministro Lollobrigida ha dato conferma di voler proseguire con il lavoro avviato, poi entro quest’anno sarà applicato in altri Paesi e dal 2025 dovranno farlo tutti gli Stati membri: agire con la politica dei rinvii non solo non risolverà nulla, ma andrà a creare un dumping sociale tra gli stessi Paesi dell’Ue, con una concorrenza sleale inconcepibile”.

“Ritenere la condizionalità sociale un peso, anziché un valore aggiunto per le imprese europee – conclude il leader della Fai-Cisl – vuol dire giocare al ribasso anziché valorizzare il lavoro di qualità da cui dipende l’affidabilità stessa delle filiere. Di sicuro domani e dopodomani, al Consiglio Agrifish, ribadiremo da parte nostra la disponibilità al confronto su qualsiasi aspetto ma per migliorare la PAC, non peggiorarla. Assieme alla Federazione dei sindacati agroalimentari europei, l’Effat, porteremo la voce unitaria dei sindacati anche alla Commissione e alla Presidente Ursula von der Leyen, nella consapevolezza che sulla condizionalità sociale non si può tornare indietro. A meno che non si vogliano incendiare gli animi anche tra i lavoratori e le lavoratrici di tutto il comparto agroalimentare, con un conflitto che invece vorremmo scongiurare con tutti i mezzi del dialogo e dell’ascolto”.