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Neanche il risultato tutto sommato positivo conseguito alle amministrative, se vogliamo in controtendenza rispetto al dato nazionale, consente al Pd campano di vivere con serenità il post elezioni. A far discutere, in particolare, è il risultato di Arzano, dove a sorridere è invece Luigi De Magistris, abile ad accogliere in casa propria Fiorella Esposito, oggi sindaco ‘arancione’ ma fino a ieri esponente proprio del Partito democratico. Su di lei per la corsa alla fascia tricolore, in tempi non sospetti, avrebbero puntato i ‘democrat’ locali ma la salvaguardia degli equilibri interni ha infine suggerito la scelta di Gennaro De Mare, domenica superato al ballottaggio dalla Esposito. Fa rumore anche la sconfitta rimediata dal Pd a Maddaloni. Nel centro casertano, Peppe Razzano, sostenuto da molti big nazionali e locali del partito, è uscito sconfitto nonostante il centrosinistra avesse già ottenuto – al primo turno – la maggioranza in Consiglio. E già si parla di “fuoco amico”, considerato anche l’alto tasso di litigiosità del Pd locale. Polemiche che sembravano sopite ma che sono riesplose un minuto dopo la sconfitta. Insomma, bene ma non benissimo. Perché volgendo lo sguardo al salernitano, scopriamo che il Pd perde pure dove vince. E’ il caso di Capaccio Paestum, dove a esultare è Franco Palumbo. Un sindaco con la tessera del Pd in tasca. Qual è il problema? Che il Partito democratico stava dall’altra parte del ballottaggio, a sostegno – con tanto di simbolo – dell’uscente Italo Voza. E allora è proprio il caso di dirlo: bisogna saper scegliere in tempo, non arrivarci per contrarietà.