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Napoli – Un’estate all’insegna del ‘mare negato’ per molti cittadini e turisti che stanno affollando le nostre coste. Gli episodi della costiera sorrentina, del litorale torrese e non ultimo il problema ‘topi’ che ha colpito Nisida e la costa posillipina sono frutto di una malagestione del ciclo delle acque, di un problema atavico che si ripropone con i temporali estivi: foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge e rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare”. Lo afferma Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania, commentando l’estate difficile sul fronte della mancata balneabilità che ha colpito nelle ultime settimane alcune località turistiche della regione.
Paghiamo anni di incuria – sottolinea Imparato – l’arretratezza degli impianti fognari, la mancata manutenzione di alvei, problematiche che colpiscono le località costiere che si estendono fino ai comuni dell’entroterra. Quello della pessima qualità delle nostre acque in prossimità delle foci, che spesso diventano fogne a cielo aperto a causa del mancato funzionamento degli impianti di depurazione, deve diventare un tema prioritario nell’agenda della politica regionale”.
Una conferma della grave situazione arriva anche dagli ultimi dati di Legambiente nel dossier Mare Monstrum: tra illeciti penali e amministrativi accertati nel 2021 da forze dell’ordine e Capitanerie di porto la Campania si conferma maglia nera a livello nazionale “raggiungendo la ragguardevole cifra di 2.502 violazioni, 1758 persone denunciate e arrestate e 1026 sequestri. Infrazioni riguardanti depuratori inesistenti o mal funzionanti, scarichi fognari abusivi, sversamenti illegali di liquami e rifiuti”.