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La Campania è all’anno zero sulle norme di attuazione della disciplina europea e nazionale in materia di rifiuti. Questo è quanto emerso stamattina all’audizione promossa dalla Commissione Regionale Speciale “Terra dei Fuochi” che ha chiamato l’Osservatorio Regionale sui Rifiuti e tutti i referenti ATO regionali a relazionare sullo stato di avanzamento delle procedure attuative della Legge sul ciclo integrato dei rifiuti in Campania, a seguito di ritardi che hanno ampiamente superato i 60 giorni previsti dalla normativa. Chiarimenti urgenti, anche atteso il mancato avvio della fase di pianificazione degli impianti che è nella piena ed esclusiva competenza di ciascun Ente d’Ambito,

Assenti la Giunta Regionale e i referenti ATO di Napoli, Salerno e Caserta, le risposte sono arrivate solo dai presidenti ATO di Benevento e Avellino“Problemi politici ci impediscono di raggiungere il quorum necessario al Consiglio per votare” ha sottolineato la presidentessa ATO Benevento Giovanna Tozzi;

“Siamo a buon punto sulla questione sede, già individuata, e sulle quote economiche versate dai Comuni, ma non avremo un direttore generale prima di fine anno” la relazione fatta dal presidente ATO di Avellino Valentino TropeanoUn’ammissione di difficoltà politiche, organizzative e attuative che frantuma la logica “ottimistica” della Legge Regionale n.14 del 2016 anche rispetto all’articolo 21 che, di fatto, istituisce l’Osservatorio Regionale Rifiuti (ORR).

Su questo punto ha relazionato l’ex senatore Enzo De Luca, presidente dell’ORR, che ha evidenziato la necessità di ripensare la struttura dell’Osservatorio potenziandola con figure professionali stabili. Con riferimento, poi, al sistema di tracciabilità (Sistri) che dovrebbe consentire la tracciabilità via satellite dei TIR che trasportano rifiuti, è emerso che in Campania si continua a lavorare in regime di autocertificazione attraverso i MUD (Modello Unico di Dichiarazione ambientale).

Alle incalzanti richieste del presidente della Commissione Regionale Speciale Gianpiero Zinzi in merito alla inesistenza di discariche autorizzate allo smaltimento rifiuti speciali, nessuno in platea è stato in grado di rispondere, lasciando cadere nel vuoto la necessità di tranquillizzare i cittadini preoccupati che la mancanza di impianti provochi lo smaltimento illegale, mentre sarebbe logico pensare che aumenti solo i costi complessivi del sistema a causa della necessaria esportazione o dello smaltimento extraregionale.