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Ricigliano (Sa)- “L’amministrazione comunale è contraria ad ogni ipotesi di attività di lavorazione e trattamento rifiuti e ad oggi, nessun imprenditore ha presentato progetti per la zona industriale presso gli uffici comunali”. Interviene così, senza mezzi termini, il sindaco del comune di Ricigliano, Giuseppe Picciuoli, sulla questione che da mesi tiene con il fiato sospeso le comunità di Ricigliano e San Gregorio Magno circa l’ipotesi di insediamento di un impianto di trattamento rifiuti presso l’area Pip sita in località Pantano, nel comune di Ricigliano.  

Una vicenda che ha avuto inizio qualche mese fa, quando l’azienda di smaltimento di rifiuti con sede a Battipaglia, la “Palmeco s.r.l.”  rileva, per 356.800,00 euro, attraverso l’aggiudicazione all’asta fallimentare indetta dal tribunale di Salerno, l’opificio-falegnameria di proprietà della fallita società Ursi, sito nel lotto industriale 1 dell’area Pip del comune di Ricigliano.  

Nello specifico infatti, il lotto contra la presenza di un capannone industriale, disposto su più livelli e con una superficie calpestabile di circa 6mila metri quadrati, con annesso terreno agricolo.   

Un acquisto, il capannone da parte della società di lavorazione dei rifiuti della Piana del Sele che preoccupa i cittadini del cratere tanto che in oltre 500, hanno raccolto e depositato presso gli uffici di Palazzo di Città, una missiva-diffida nei confronti del sindaco del Comune di Ricigliano con l’invito ad effettuare una variante al piano urbanistico con relativo cambio di destinazione d’uso del suolo che qualche anno fa venne trasformato da “agricolo” a “commerciale-industriale”, con richiesta di trasformazione dell’area in zona “artigianale-agricola”.  

“Azioni -si legge nella petizione popolare-diffida firmata da 550 cittadini residenti nei comuni di Ricigliano e San Gregorio Magno- da attivare immediatamente per evitare che in zona agricola si svolgano attività commerciali e industriali moleste ed inquinanti, escludendo la realizzazione di impianti industriali di lavorazione e raccolta di rifiuti di ogni genere…In mancanza-conclude nella seconda parte la diffida indirizzata al governo di palazzo di città-i cittadini si riservano di intraprendere qualsiasi tipo di azione, giudiziaria e non!!! al fine di tutelare il proprio territorio”.  

Missiva per la quale, nella seconda parte del testo circa le azioni che i cittadini intendono intraprendere in caso di inerzia dell’amministrazione comunale, nei giorni scorsi, il primo cittadino riciglianese, assistito dall’avvocato Vincenzo Morriello, ha presentato una denuncia contro ignoti per minacce presso la locale stazione dei carabinieri.  

Intanto però, sulla questione rifiuti e preoccupazione del territorio, sollevata qualche mese fa in ben due consigli comunali, dal capogruppo di minoranza di Ricigliano, Carmine Malpede, da Palazzo di città il sindaco Picciuoli fa sapere di “non aver ricevuto alcuna comunicazione e alcun progetto circa possibili insediamenti industriali di attività di trattamento rifiuti sul territorio. Siamo attenti a ciò che avverrà nell’ex opificio Ursi-sottolinea il sindaco, che ribadisce-non consentiremo che quel lotto diventi una discarica o un impianto di lavorazione di rifiuti. L’amministrazione comunale-chiosa-è contraria a qualsiasi attività industriale che possa mettere in pericolo la salute dei cittadini e l’ambiente”.  

Rassicurazioni quelle del sindaco, che però ai consiglieri comunali di minoranza del gruppo “La Colomba” guidato da Malpede, non bastano, tanto che nelle scorse ore, hanno inviato una missiva alla Comunità Montana Sele-Tanagro, al Gal, ai sindaci del cratere, all’Ente Riserve regionale Monti Eremita Marzano-Foce Sele e Tanagro, al Comune di Ricigliano e all’associazione Legambiente, con la richiesta di intervenire al fine di sollecitare l’amministrazione comunale di Palazzo di città di Ricigliano e mettere in campo una serie di iniziative volte ad impedire il possibile insediamento di un impianto di rifiuti in località Pantano e di modificare la destinazione urbanistica del suolo.