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L’azienda di trasformazione Iaquilat è la prima in Campania ad offrire un aiuto concreto agli allevatori per affrontare i rincari della bolletta energetica. Lo comunica Coldiretti Campania a seguito di un incontro con il responsabile del centro di raccolta di San Salvatore Telesino (Bn). Il caseificio è pronto a riconoscere dal 1° novembre dai 3 ai 5 centesimi al litro in più sul latte vaccino per compensare gli aumenti che hanno colpito le stalle. Una scelta – sottolinea Coldiretti Campania – che risponde ad un allarme che si sta diffondendo in tutte le filiere agroalimentari, in particolare negli allevamenti. L’aumento di tutti i costi, dai trasporti alle materie prime, non possono essere scaricati sul cibo come su qualsiasi altro prodotto. Il rischio è che la crescita dell’inflazione sugli scaffali strangoli agricoltori e allevatori. La scelta di Iaquilat è la strada giusta per difendere l’intera filiera, altrimenti si rischia di far chiudere le stalle. Il latte, pagato il giusto, viene poi valorizzato sia per il fresco sia per una ricca gamma di formaggi.

Nelle campagne l’impennata del gasolio agricolo fa raddoppiare i costi per le operazioni di semina che sono scattate da Nord a Sud della Penisola, secondo l’analisi della Coldiretti, ma colpisce con l’arrivo dell’autunno – precisa la Coldiretti – pure le attività agricole che utilizzano il carburante per il riscaldamento delle serre (fiori, ortaggi e funghi), di locali come le stalle, ma anche per l’essiccazione dei foraggi destinati all’alimentazione degli animali.

Il rincaro dei costi energetici – continua la Coldiretti – non risparmia neppure i costi di produzione nella filiera agroalimentare come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi. Il risultato è che, ad esempio, quando si acquista una passata al supermercato si paga più per la confezione che per il pomodoro contenuto.