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L’avventura di Carlo Ancelotti sulla panchina del Napoli è durata poco più di 18 mesi. A seguito della partita di Champions League contro il Genk, la società, nella persona del presidente De Laurentiis, ha infatti sollevato dall’incarico l’allenatore emiliano, affidando la panchina dei partenopei a Rino Gattuso. Il tecnico calabrese, al ritorno in panchina dopo i sei mesi sabbatici a seguito delle dimissioni dal Milan, si ritrova così alla guida di una squadra con grandissimo talento e grandissime ambizioni che, oltretutto, sarà chiamata a disputare gli ottavi di finale di Champions League contro una delle teste di serie della competizione. Impresa non semplice, ma che sicuramente pare essere alla portata del Napoli che, è bene sottolinearlo, a differenza di quanto avvenuto in campionato, in Champions è sempre riuscita ad esprimersi ad alti livelli.

 


I motivi che hanno portato alla fine dell’avventura di Carlo Ancelotti

 

A dirla tutta, eccetto rare eccezioni, l’avventura di Carlo Ancelotti a Napoli non è mai decollata. Già l’anno passato, i partenopei avevano chiuso il campionato ad enorme distanza dalla Juventus capolista e si erano visti esclusi dalla Champions League, prima, e dalla Europa League, poi. Se è vero, tuttavia, che l’anno passato avrebbe potuto essere considerato un anno interlocutorio e di rifondazione dopo il triennio targato Sarri, è altrettanto vero che tutti si aspettavano di più dal Napoli in questo inizio di stagione. A seguito di numerose prestazioni poco edificanti, il club campano è infatti già lontanissimo dalle prime posizioni occupate da Inter, Juventus e Lazio e si ritrova molto distante dal quarto posto che vorrebbe dire Champions League. Oltre ai risultati negativi, ciò che ha preoccupato principalmente il presidente è stata la scarsa attitudine della squadra di Ancelotti a superare le difficoltà via via incontrate e l’incapacità di produrre il gioco spumeggiante degli anni passati. Il Napoli, al 13 di dicembre, secondo le scommesse Champions League di Betway, a quota 3,80, non è più tra le favorite per la conquista del quarto posto, anche se la sensazione è che i ragazzi alla corte di Gattuso abbiano a propria disposizione tutti i mezzi per invertire la rotta il più presto possibile. Risalire la classifica nel minor tempo possibile non sarà impresa semplice, ma gli otto punti di distanza dal Cagliari e dalla Roma quarti in classifica non paiono rappresentare un ostacolo insormontabile. Il campionato è ancora lungo e l’impressione è che sulla carta il Napoli sia una squadra destinata a lottare per lo scudetto e, in quanto tale, perfettamente in grado di cambiare marcia ed inanellare una serie importante di risultati utili consecutivi, nel tentativo di accorciare il divario dalle dirette rivali.


Il difficile compito di Gattuso

Rino Gattuso sarà chiamato ad intervenire sia dal punto di vista psicologico che dal punto di vista meramente tecnico-tattico. Mentre il lavoro mentale dovrà colpire principalmente il lato emotivo dei propri ragazzi, spesso apparsi rassegnati alla loro condizione, quello tattico riporterà con ogni probabilità al 4-3-3 di sarriana memoria. Già nella prima conferenza stampa, Gattuso ha ribadito la propria volontà di puntare su tale modulo e di puntare fortemente su Lorenzo Insigne come ala offensiva. Proprio lo scugnizzo napoletano, pareva essere il giocatore in maggiore difficoltà nel 4-4-2 di Ancelotti ed a risentirne sono state le sue prestazioni, sia in termini di goal che di assist.

L’imminente passaggio alla linea di centrocampo a tre, oltre a garantire maggiore copertura al reparto difensivo, consentirà a Zieliński e Fabián Ruiz di tornare nel loro ruolo naturale, ovvero quello di mezzala con propensione offensiva. In difesa, saranno invece chiamati a fare la differenza i due difensori centrali Koulibaly e Manōlas che, almeno sino ad oggi, non sono riusciti a rispettare le aspettative che tutti gli addetti ai lavori avevano riposto in loro ad inizio stagione. L’unico grande dubbio riguarda il ruolo di centravanti: tra Mertens e Milik pare destinato a perdurare il ballottaggio che ha caratterizzato le ultime stagioni, anche se ad ogni uscita si fa sempre più forte l’impressione che questo Napoli non possa prescindere dalla fisicità e della qualità di un attaccante come il polacco. Mertens, dal canto suo, spera di ritagliarsi un ruolo da protagonista anche partendo dalla fascia e, in tal senso, potrebbe essere spostato sul lato destro del tridente offensivo. Ciò che è sembrato funzionare meno nelle ultime uscite del Napoli di Ancelotti, è stato proprio il reparto offensivo che, seppur non supportato adeguatamente dal resto della squadra, pareva aver perso gli automatismi e le sicurezze degli ultimi anni targati Maurizio Sarri.

 

Nell’attesa di scoprire cosa sarà in grado di fare il nuovo allenatore Gattuso, il presidente De Laurentiis, anche grazie al rinnovato accordo economico con Kappa, con ogni probabilità interverrà a gamba tesa nel mercato invernale nel tentativo di rinforzare ulteriormente la squadra e la sensazione è che la trattativa finalizzata a portare Ibrahimović in azzurro sia tutt’altro che irrealizzabile.