Dalla chiusura al restyling. Ridimensionate dalla riforma Delrio cinque anni fa, in attesa di una abolizione totale poi scongiurata dal voto referendario del dicembre 2016, le Province potrebbero presto risorgere e riacquistare quella dignità oggi riconosciuta a Comuni e Regioni.
Intendiamoci: l’ipotesi del ritorno al passato non è una novità assoluta. Questa volta, però, la proposta è stata messa nero su bianco nella bozza della riforma degli Enti Locali in discussione nel tavolo tecnico-politico in conferenza Stato-Città istituito dall’ultimo Milleproroghe
A guidare l’organismo, per le due forze al governo del Paese, ci sono il sottosegretario leghista al Viminale Stefano Candiani e il viceministro pentastellato all’Economia Laura Castelli. In parole povere: la firma è quella del governo gialloverde.
A svelarlo, su “Il Sole 24 Ore”, è il giornalista Gianni Trovati. Lo scenario prefigurato dalla bozza di riforma prevede un Presidente della Provincia “eletto a suffragio universale dai cittadini dei Comuni che compongono il territorio provinciale e coadiuvato da una giunta da esso nominata”. Voto diretto, ovviamente, anche per il Consiglio, che “coadiuva” il Presidente con “poteri di indirizzo e controllo”.
Della riforma Delrio, si legge dal quotidiano della Confindustria, si salverebbe in pratica soltanto l’assemblea dei Sindaci, seppur con ruolo e funzioni diversi da quelli immaginati nel 2014 dal ministro renziano, mentre perderebbero peso – per fare nuovamente posto alle Province – le Città Metropolitane.
Spiega Trovati: “Il tavolo tecnico deve fissare punto per punto le Linee guida per la legge delega, che a questo punto sarebbe in buona parte pre-confezionata tagliando i tempi dei decreti attuativi. Il ritorno alle vecchie Province con elezione diretta è il piatto forte della proposta sugli ordinamenti, che per tagliare i costi punta a cancellare ambiti ottimali, enti intermedi e gli altri «organismi comunque denominati» fioriti nel vuoto lasciato dalla debolezza provinciale. Organismi, questi, che gestiscono funzioni e risorse crescenti pur rimanendo del tutto sconosciuti ai cittadini”.