- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

“Vorrei dire a Valditara, differenziare gli stipendi della scuola sulla base del costo della vita come si fa? Proprio tecnicamente. Se mi sposto da Milano a Sondrio il costo della vita è diverso, se vado a Bergamo è ancora diverso, se mi sposto sulle montagne di Bergamo è ancora diverso. Come si fa a differenziare mi chiedo, per comuni? Per quartieri? Per strade? Mi sembra una sparata di cui loro per primi sanno che non si farà niente”. E’ uno dei passaggi più applauditi dell’intervento svolto stamattina dal Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca all’assemblea generale della scuola svoltosi a Napoli dinanzi a una folta platea di docenti e addetti ai lavori. “Un passo alla volta – ha aggiunto De Luca – si va verso una scuola privatizzata, dicono che non ci sono risorse ma poi le trovano per le società sportive. Da Napoli parte una mobilitazione nazionale, non regionale, siamo arrivati al paradosso che il Sud finanza la sanità del Nord. E’ incredibile, fino a quando dobbiamo consentire la tragedia umana di cittadini che devono andare al Nord a curarsi? La battaglia per la scuola pubblica riguarda l’Italia e il suo destino. Se c’è un posto dove si trasmettono valori identitari è la scuola. Se è rimasto un luogo per salvare le giovani generazioni è la scuola pubblica. Senza scuola pubblica – conclude – non c’e’ Italia. La scuola pubblica non si tocca e la dignità dei docenti va preservata. Prepariamoci a combattere”.

Un ‘no’ al dimensionamento scolastico che porti tagli a dirigenti scolastici e scuole, soprattutto al sud, arriva dal candidato alle regionali del Lazio per il centrosinistra, Alessio D’Amato. “Condividiamo la battaglia di De Luca” che vuole ricorrere alla Consulta, dice D’Amato che ribadisce il suo “No al decreto Spacca Italia. Chi vota per me sa che vota contro la divisione del Paese che crea di fatto cittadini di serie A e di serie B con danni irreversibili per la scuola e la sanità. Il decreto Calderoli penalizza Roma e il Lazio”. Per D’Amato “anche nella scuola l’ autonomia porterà ancora più disagi”