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Salerno – Fu arrestato in piazza della Concordia dopo essere stato braccato per per ore dalle forze dell’ordine. 
Ricercato per aver violentato, sulla spiaggia di Santa Teresa, insieme ad un connazionale una 31enne, da ieri Hassan Raziqi è agli arresti domiciliari presso una comunità per soli uomini di Eboli (fino a ieri era detenuto nel carcere di Vallo della Lucania). La scorsa settimana l’uomo era stato condannato a quattro anni di reclusione per violenza sessuale di gruppo. 
Una pena ritenuta da molti bassa rispetto al capo d’imputazione. I giudici nel dispositivo di sentenza scrissero che le aggravanti erano equivalenti alle attenuanti. Ad emettere la sentenza,  lo scorso 18 dicembre, furono i giudici della prima sezione penale del Tribunale di Salerno, gli stessi che ieri hanno emanato il dispositivo di attenuazione della misura cautelare accogliendo, così, l’istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare avanzata dal difensore del cittadino marocchino, Claudia Pecoraro. Raziqi, in carcere dal 20 maggio dello scorso anno, è ritenuto responsabile, insieme con Radouane Makkak (suo connazionale, anche lui condannato a quattro anni per lo stesso motivo), di aver abusato sessualmente di una donna di 31 anni marocchina ma che vive e lavora da anni in Italia. I fatti, avvenuti sulla spiaggia di Santa Teresa a Salerno, risalgono al 17 maggio del 2016. 
La giovane donna, macchinista dell’alta velocità, si era fermata sull’arenile di Santa Teresa per rivedere alcuni appunti e imprimere altrettanti concetti in vista di un esame che aveva il giorno seguente a Roma. Secondo i giudici (presidente Gabriella Passaro, a latere Gerardina Romaniello e Marilena Albarano), i diciassette mesi trascorsi nella casa circondariale salernitana da Raziqi hanno effettivamente comportato una sensibile attenuazione del rischio di reiterazione del reato. Al tempo stesso, si esclude l’eventualità di una completa remissione in libertà dell’uomo, perché non si può non tener conto della gravità della condotta avuta. “Sono molto soddisfatta del risultato – ha riferito all’Agi l’avvocato Claudia Pecoraro – perchè la sostituzione della misura di maggior rigore con quella dei domiciliari risponde a un criterio di differenziazione delle diverse posizioni giuridiche dei due coimputati”.
Pina Ferro