- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

In Italia il valore aggiunto del commercio è di 191 miliardi, di cui 45 nel Mezzogiorno (24%) e 13 in Campania (7%). Il peso percentuale del valore aggiunto del commercio rispetto agli altri settori produttivi è del 12,4% in Italia con valori crescenti per il Mezzogiorno (13,2%) e per la Campania (14,3%). Lo afferma la ricerca di Svimez che ha presentato oggi il focus di approfondimento per Confcommercio Campania.
In Campania il comparto del commercio che produce più valore aggiunto è quello dell’ingrosso con circa il 50%, seguono il dettaglio con il 40% circa e quello di autoveicoli e motocicli con circa il 10%. Svimez sottolinea che dal 1995 al 2022 il settore del commercio è cresciuto del 40% a livello nazionale e del 50% in Campania, dato tanto più significativo se considerato in rapporto alla crescita complessiva dell’economia regionale nel periodo 1995-2021, pari ad un modestissimo 3%. Però la Campania ha registrato nel trentennio il più lieve incremento (+3,7%) di occupati nel commercio rispetto al dato medio italiano e del Mezzogiorno. Non solo: i dati dal 2021 al 2023 evidenziano che la dinamica del commercio è critica in Campania, dove si rileva un calo dell’occupazione del -4,8%, contro una crescita di pari entità per la media dei settori produttivi.
Sulle vendite online la Campania è invece in forte crescita.
Il commercio sul web ha raggiunto livelli considerevoli: nel 2021, complessivamente il 17,6% del fatturato è stato realizzato così, e in Campania la quota è circa un punto percentuale superiore al dato nazionale (18,8%). La regione vede ancheuna percentuale maggiore di vendite effettuate dalle imprese tramite il proprio sito web (10,5% rispetto al 7,9% nazionale). Di contro, è leggermente inferiore la percentuale delle vendite realizzate tramite altri canali web (moduli on-line, Facebook, Instagram, altri social media) con un 7,8% rispetto all’8% nazionale.

Le nostre imprese devono sapersi muoverema servono anche gli interventi di contesto che spettano alle istituzioni, dagli incentivi e sostegni finanziari, che per altri settori ci sono, alle politiche su mobilità, infrastrutture, sicurezza e accessibilità. Strumenti sulle quali le istituzioni hanno fatto poco, molto poco”. Lo ha detto Pasquale Russo, presidente di Confcommercio Campania a margine della presentazione del focus di approfondimento sul settore prodotto da Svimez.
Dal rapporto – spiega Russo – emerge che negli ultimi 30 anni l’economia della Campania ha avuto una forte contrazione, con una crescita del 3% negli ultimi 30 anni ma che invece il commercio ha avuto una crescita di oltre il 50%. Le nostre imprese hanno un tasso di resilienza importante e riescono anche con la digitalizzazione a governare il cambiamento. Ma ribadisco che questi tassi di crescita così importanti non hanno registrato interventi da parte della Regione Campania di carattere significativo e coerente con il tasso di crescita registrato”. Russo sottolinea anche che a Napoli e in Campania “le imprese piccole hanno un ruolo diverso dai grandi marchi internazionali soprattutto per la vocazione del territorio, arricchiscono molto il tessuto urbano le imprese piccole e sono molto importanti per la valorizzazione del tessuto culturale, commerciale e urbanistico delle nostre città”.
Luca Bianchi, direttore Svimez, sottolinea che in Campania “il dato positivo – ha detto – è che la crescita negli ultimi anni del commercio è stato decisamente superiore agli altri settori, ma l’occupazione non cresce perché si concentra di più su dimensioni medio-grandi delle imprese e non sulle piccole. In Campania c’è una forte tenuta del sistema dei piccoli commercianti, soprattutto a Napoli, dove funziona l’artigianato e il piccolo commercio. Ma c’è anche una buona risposta rispetto alle opportunità del commercio web che funziona qui con grande attenzione rispetto ad alcuni aspetti di innovazione che saranno decisivi anche nel prossimo futuro. Vedo piccole attività a Napoli e in Campania che sono molto dinamiche con capacità di promozione sui canali social dove il fatturato è molto piccolo ma è la maniera per farsi conoscere, aumentando l’identità del singolo negozio, che è la strategia per sopravvivere”.