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Santa Maria Capua Vetere (Ce) – Sulle chat acquisite dalla Procura sammaritana nell’ambito delle indagini sui pestaggi nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere 6 aprile 2020, figurano tra l’altro, le conversazioni tra i dirigenti e il provveditore per le carceri della Campania Antonio Fullone, destinatario di una misura di interdizione. Il provveditore, la sera del 6 aprile 2020, viene anche informato dal direttore reggente del carcere circa le richieste di notizie che giungono dall’esterno, dal sindaco di Santa Maria Capua Vetere ai giornalisti.

Buonasera Antonio, mi ha contattato il sindaco di Smcv (Santa Maria Capua Vetere, ndr) – scrive al provveditore in chat la dirigente, ritenuta dagli investigatori tra gli istigatori – ho mantenuto tutta la collaborazione accompagnata da cortesia istituzionale, ma per evitare fughe di notizie e domande insidiose gli ho detto che per ogni dettaglio, al momento, solo tu lo puoi fornire”.

E ancora: “Anche stamattina mi ha contattato l’ANSA. In tal caso ho precisato che per interviste dovevo essere autorizzata e gli ho dato il numero del prap (Provveditorato Amministrazione Penitenziaria, ndr) per filtrare tramite il segretario particolare il contatto con te. Però ho colto l’occasione, ormai ho una lingua biforcuta, per invitarli a filtrare ogni notizia in quanto anche la più semplice informazione può in questa fase delicata creare allarmismo… chi ha orecchie, intenda…“.

Non è chiaro se il riferimento all’allarmismo riguardi la presenza di un caso di positività al Covid-19 nell’istituto penitenziario (alla base delle proteste dei carcerati) oppure alla perquisizione straordinaria di quella sera. La direttrice chiude la comunicazione ringraziando il provveditore “…per il risoluto intervento al Nilo“.