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Salerno – L’eccezionale ondata di maltempo sulla Campania ed in particolare su Salerno e provincia, la cui allerta arancione durerà fino alle ore 16 di lunedì, sta determinando una lunga scia di accuse e polemiche. 
Legambiente – Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania: “48 ore di vento forte e pioggia intensa mandano la Campania sott’acqua. Straripano fiumi e laghi, franano crostoni dalla Costiera Amalfitana  alla Valle Caudina, cadono alberi a Napoli. Nella nostra regione non  reggono le città né le aree interne ai fenomeni meteorologici estremi. La responsabilità dei danni, della melma e del fango, che mettono a repentaglio vite umane e a rischio case e strade, va ricercato nell’assenza di controlli, nella mancanza di una seria e concreta politica di prevenzione e monitoraggio del territorio, nella devastazione e cementificazione di vastissime aree. Siamo davanti ad un’emergenza climatica ben visibile con il continuo ripetersi di fenomeni alluvionali. E neanche la Campania è immune dalle conseguenze dei cambiamenti climatici: qui i fenomeni meteorologici estremi hanno causato negli ultimi anni danni consistenti e disagi diffusi. I numeri sono inquietanti: 29 eventi estremi dal 2010 a oggi, tra cui 6 trombe d’aria, 6 allagamenti da piogge intense, 12 episodi di danni consistenti a infrastrutture o al patrimonio storico a causa del maltempo. Oltre 1,1 miliardi di euro di danni. Risorse che devono essere utilizzate per la messa in sicurezza del territorio, non per affrontare l’emergenza del post. Il Paese ha bisogno di accelerare nelle politiche di mitigazione del clima e di riduzione del rischio sul territorio, ancora troppo frammentate. Non esistono più alibi o scuse per rimanere fermi: disponiamo di competenze tecnologie per aiutare i territori e le città ad adattarsi ai cambiamenti climatici e mettere in sicurezza le persone. Occorre dar avvio ad interventi rapidi e politiche di adattamento e di riduzione del rischio idrogeologico e per questo è fondamentale programmare sin da ora interventi a lungo periodo, diffondendo anche una cultura di convivenza con il rischio che punti alla crescita della consapevolezza tra i cittadini dei fenomeni e delle loro conseguenze».
Fratelli d’ItaliaImma Vietri, portavoce provinciale: «Oltre al ripristino immediato delle condizioni di sicurezza del territorio e ad una doverosa stima dei danni, occorre interrogarsi anche sulle reali cause di problemi così rilevanti. Sarebbe un errore della politica attribuire tutta la responsabilità ai mutamenti climatici e alla fragilità del territorio. Occorre, al contrario, affrontare subito il problema della mancata manutenzione del territorio stesso. Sono stati per troppi anni rimandati lavori ordinari come quelli di pulizia degli alvei fluviali o di messa in sicurezza dei costoni rocciosi. Scelte politiche scellerate – come la “finta” abolizione delle Province – hanno determinato l’impossibilità di provvedere alla cura delle infrastrutture: ripristinare la viabilità dopo il cedimento di un tratto di strada è operazione che può richiedere anni, dal momento che la gran parte della rete viaria è di competenza proprio della Provincia. E a farne le spese sono i cittadini che sono costretti ad utilizzare lunghi e tortuosi percorsi alternativi. E’ il momento di mettere da parte la propaganda e di intervenire in maniera seria per porre rimedio; non occorrono piani strombazzati, come quello denominato “Italia sicura” messo in piedi dai governi Renzi e Gentiloni, se poi solo il 20% delle risorse arriva nelle casse delle Regioni e molti dei lavori programmati stentano a partire. C’è bisogno, piuttosto, di una assunzione di responsabilità della politica a tutti i livelli, con l’attivazione di meccanismi che consentano davvero di attuare interventi di prevenzione del rischio idrogeologico. A partire da ciò che deve fare la Provincia, per la parte di sua competenza. Il presidente Strianese, anziché trincerarsi dietro la scusa della mancanza di fondi, farebbe bene a destinare tutte le risorse possibili del bilancio dell’ente agli interventi di messa in sicurezza. Più in generale, la Regione avrebbe dovuto già da tempo farsi carico della necessità di attivare opere che siano in grado di mitigare il rischio in un territorio che (come evidenziano i rapporti dell’Ispra) è caratterizzato in massima parte da aree che hanno un indice di pericolosità di frana elevato o molto elevato, o un indice elevato di pericolosità di idraulica. È in ballo la sicurezza del territorio e dei suoi cittadini dal momento che si calcola che in Campania 300mila persone vivono in zone in cui il rischio di frane è elevato o molto elevato, collocando la nostra regione al primo posto in Italia per numero di residenti esposti a questo pericolo (sempre dati Ispra). Di fronte all’inerzia di questi anni, Fratelli d’Italia farà sì che la messa in sicurezza del territorio diventi uno dei pilastri dell’azione della prossima amministrazione regionale».