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L’ex presidente della Provincia di Salerno ed europarlamentare Alfonso Andria ha scritto oggi al segretario provinciale del Partito Democratico, Enzo Luciano, per annunciargli la sua decisione di lasciare il partito. Ricordando i suoi trascorsi da deputato europeo alla costituzione del PDE e nel 2007 alla fondazione del PD, Andria, attualmente alla guida del Centro Studi Universitari di Ravello non ha nascosto la sua delusione. “In epoca più recente sul piano nazionale e soprattutto nel contesto locale salernitano, lo spirito fondativo è stato, a mio giudizio, svilito e poi tradito- ha scritto in una lettera al segretario del Pd, ricordandogli di aver sostenuto la sua stessa elezione alla guida del Pd- Pur avendo fatto militanza con passione e assiduità (peraltro negli ultimi 10 anni in assenza di qualsivoglia ruolo elettivo istituzionale o politico), da tempo non sono più a mio agio”. Per la sua decisione di lasciare il Pd è stato determinante il ripiegamento del partito a Salemo e nella sua vastissima provincia entro logiche padronali, il ricorso continuo a metodi assolutamente opposti ai principi ispiratori del PD pur di affermare un’egemonia, spesso basata sull’esercizio muscolare,che, scrive Andria, “di fatto ne mortificano la funzione e la natura, fino a contraddire la sua stessa denominazione!”. Naturalmente, e lo stesso Andria ne fa riferimento, a scatenare la scelta “l’individuazione delle candidature alle imminenti elezioni per il rinnovo del Parlamento attraverso una riunione lampo della Direzione provinciale, la fase tuttora in corso dei ritocchi alla compilazione delle liste a livello nazionale – caratterizzata dalle vicende disinvolte delle ultime ore e perciò ancor più imbarazzanti – rendono l’idea non di un partito politico ma di un edificio dalle porte girevoli del quale servirsi a seconda delle convenienze”. 
La lettera di Alfonso Andria al segretario del partito democratico arriva il giorno dopo l’altra clamorosa decisione di Federico Conte,(che tra l’altro è l’ex marito di Mara, figlia di Alfonso) deputato uscente di Leu, di rinunciare alla candidatura in aperto contrasto con l’individuazione delle posizioni nel Collegi.