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Salerno – Denunce di abusi sessuali nel convento di San Giovanni Rotondo in provincia di Foggia. Dopo la richiesta di archiviazione per i frati di San Giovanni Rotondo e l’assoluzione del laico, Anna Verde si rivolge all’avvocato cilentano  Benedetta Sirignano (in foto) per avere giustizia. Il legale sta già lavorando per ristabilire, giudiziariamente, quella che per la sua assistita è la verità. Anna Verde lavorava nel monastero di Sa Giovanni Rotondo e da tempo sostiene che «i frati hanno abusato di me». Ha prodotto registrazioni telefoniche e sms di natura pornografica.  Secondo le accuse della donna nel convento “il sesso si mischia alla violenza e alle ritorsioni”. Della vicenda si occupò anche la trasmissione televisiva de “Le Iene”.

La vittima dei presunti abusi è Anna Verde; oggi ha 40 anni e un paio di anni fa ha denunciato prima alla polizia di Foggia e poi ai carabinieri della sezione della procura della Repubblica, quanto avrebbe subito.  Un’infanzia difficile e tredici anni di sofferenza, di presunti abusi che un prete avrebbe compiuto su di lei durante le ore di lavoro.

Troppo bella per resistervi, troppo giovane per non invaghirsene. Il primo episodio – racconta la vittima – si sarebbe consumato in cucina: “…lui si avvicina, mi tocca da dietro, si alza il saio e si masturba…”. E poi ancora: “Mi toccava e con la forza voleva togliermi il camice”, ricorda. I frati accusati da Anna, fra le tante telefonate e la valanga di messaggi le scrivevano: «Vorrei essere un neo per trovarmi nei posti più insensati, vorrei essere una crema di bellezza, per massaggiarti, vorrei essere un indumento per stare sempre addosso a te, ma ora vivo solo nell’immaginario e per questo mi accontento!». Ma c’era pure chi si sbilanciava su temi più caldi: «Anna vorrei leccarti (…) per me non è un problema la notte mi (…) pensando la tua (…)».

Il fascicolo a carico dei frati è stato aperto solo a distanza di 24 mesi dalla denuncia e su insistenza del legale della donna.