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Salerno – Si sono tutte avvalse della facoltà di non rispondere le sette persone arrestate all’alba di ieri. Danilo D’Alterio 40 anni, Oreste D’Alterio 20 anni, Maurizio Ciancio alis “Ciancitiello” 35 anni, Vincenzo Stabile alias “Pappone” 31 anni, Aldo Pastore 24 anni, Cosimo Marotta detto Nasone, 43 anni, Felice Celso 28 anni, tutti, probabilmente anche per una scelta difensiva, hanno deciso di rimanere in silenzio dinanzi al Gip Sergio De Luca. Gli interrogatori di garanzia si sono svolti, questa mattina, presso la casa circondariale di fuori dove sono stati rinchiusi. 

Le manette sono scattate su ordine di custodia cautelare emessa dal Gip su richiesta dei sostituto procuratori Elena Guarino e Vincenzo Senatore a conclusione di una attività investigativa che ha portato alla luce un’aspra guerra tra soggetti rivali per la spartizione ed il dominio delle piazze dello spaccio tra Eboli e zone limitrofe. L’indagine prende il via nel dicembre 2015 all’indomani del ricovero presso l’ospedale “Santa Maria della Speranza” di Battipaglia di Cosimo Marotta, già noto alle forze dell’ordine.  L’uomo presentava  varie fratture agli arti ed un trauma al volto. Marotta cerca di far credere che quelle lesioni se le è procurate a seguito di una caduta accidentale. Gli uomini della Mobile appurano che che in realtà il politrauma è da attribuire ad una brutale aggressione. A questo punto viene dato il via all’attività investigativa attraverso le intercettazioni. Viene fuori che è in atto una guerra senza esclusioni di colpi tra due gruppi per il controllo totale delle piazze di spaccio nelle zone di Campagna e Eboli. Nell’ambito di tale conflitto, tra gli altri, è coinvolto Maurizio Ciancio, contrapposto a Cosimo Marotta. Nell’operazione è coinvolto anche un minore, figlio di uno degli arrestati per il quale si sta procdendo presso il Tribunale dei minori. Era il papà ad insegnargli come “da grande” diventare un boss da rispettare.