- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Salerno – Meno uno. Probabilmente dai nomi delle 94 persone ritenute ‘vicine’ ad Angelo Vassallo, bisogna defalcare quello di  Bruno Humberto Damiano. Al momento non vi sono conferme ufficiali e nemmeno l’avvocato di fiducia dell’italo brasiliano, Michele Sarno, ha ritenuto opportuno sbilanciarsi in merito in quanto, al momento, si tratta di una ipotesi che va confermata dal deposito degli atti. Dopo di che, preso atto dei risultati se essi confermano ciò che si profila, il penalista salernitano chiederà che il nome del suo assistito venga cancellato dal registro degli indagati. Ora restano gli altri, si attendono i risultati dei profili genetici effettuati su altre 93 persone per stabilire se tra di esse vi sia  qualcuno che possa fungere da svolta definitiva per chiarire un giallo e dare, possibilmente, un nome ed un volto a chi uccise il sindaco pescatore di Pollica. Sono trascorsi sette anni da quella tragica sera del 5 settembre, quando una mano assassina esplose 9 colpi di pistola uccidendo colui che da vivo era riuscito ad imporsi autorevolmente sulla scena politica e che da morto è divenuto un mito da imitare ed un simbolo di onestà. L’esame del dna è stato disposto dalla Procura Antimafia per accertare chi era stato a contatto con Vassallo prima dell’omicidio. Una prova regina, una sorta di ‘pistola fumante’ che potrebbe indirizzare su di una pista utile gli inquirenti, prima che il caso sia archiviato. Vassallo fu trucidato mentre percorreva a bordo della sua auto la strada che conduce alla sua abitazione. La pistola non è stata mai ritrovata. Nei giorni in cui non solo il suo splendido paese, ma l’intera Italia lo ricorda, nel Cilento è ancora viva la figura di un uomo che seppe dare una svolta a questa terra e concretezza al suo pensiero. Con lui il mare e la montagna si fusero. Da Presidente della Comunità Montana di Laureana Cilento e da Sindaco di Pollica unì le due entità e la geografia da fisica trovò una chiave di lettura politica.