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Salerno – Condannato a 20 anni di carcere il 23enne Luca Gentile, fidanzato della figlia di Tura ucciso nel rione delle Fornelle dal giovane. La sentenza è stata emessa oggi dal Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno Stefano Berni Canani. Per il giovane reo confesso che ha scelto il rito abbreviato il pubblico ministero Elena Guarino aveva chiesto una condanna a trenta anni. Prima della sentenza la pubblica accusa ha letto al giovane tutti i messaggi che si era scambiato con la fidanzata la sera dell’omicidio e non solo. Inoltre,sempre il Pm ha mostrato una foto scattata nei minuti immediatamente successivi alla scoperta del cadavere da parte delle forze dell’ordine  in cui si vede che il tavolo in cucina era al suo posto e nel posacenere vi era una sigaretta appoggiata, con il tabacco consumato. Elementi questi che per l’accusa dimostrano che tra Tura De Marco e Gentile non vi sarebbe stata nessuna colluttazione. Tutto era in ordine. Alla lettura della sentenza Luca Gentile non ha fatto trasparire alcuna emozione. Il carrozziere 62enne Eugenio Tura de Marco, fu rinvenuto la sera del 20 febbraio 2016 nella sua abitazione di Piazza Matteo Aiello nel rione delle Fornelle, nel centro storico di Salerno, privo di vita. Ad ucciderlo una coltellata ad un fianco.
L’intera dinamica dell’omicidio è stata ricostruita sia dall’incidente probatorio che dal fitto scambio di messaggi whatsapp recuperati dai telefoni cellulari della coppia di fidanzati. Una parte dei messaggi era stato già acquisita nelle prime fasi delle indagini, compresa l’emoticon del coltello che Luca Gentile aveva inviato alla fidanzata Daniela Tura De Marco nella notte dell’omicidio.
Dai whatsapp recuperati dal Ris emerge l’invito di Daniela a Luca  di cancellare i messaggi per non lasciare indizi, e il monito di lui a “stare zitta”, mantenendo il segreto.
Sempre Luca Gentile, la mattina dopo l’omicidio, insiste perché la 24enne continui a inviare chiamate e messaggi sul telefono del padre, spiegandole anche cosa dire quando avrebbe contattato i carabinieri per denunciare quello strano silenzio del padre. «Prima di chiamarli, fai un sacco di telefonate a tuo padre» le raccomanda, suggerendo di precisare al centralinista che Eugenio Tura era solito bere molto più di quanto potesse reggere.Alle 19.40 del 20 febbraio Daniela compone il numero del 112, dicendosi preoccupata perché dalla mattina il suo papà non risponde al telefono. Successivamente l’esame autoptico rivelerà che il 62enne era morto la sera prima, per una coltellata che gli aveva reciso l’arteria femorale. I legali di Luca Gentile, Enrico Lizza e Luigi Gassani che hanno sempre sostenuto la tesi della legittima difesa hanno già preannunciato il ricorso in appello.  Per Daniela Tura De Marco che ha scelto il rito ordinario il processo ancora deve avere inizio.