I tempi per la delocalizzazione del Porto di Salerno sono maturi. A sostenerlo è il consigliere comunale capogruppo de la Nostra Libertà, Antonio Cammarota. “Nell’ultimo Consiglio Comunale il Sindaco di Salerno e Presidente della Provincia ha finalmente aperto alla mia antica proposta di un nuovo porto commerciale, avanzata sin dal 2017 e promossa negli anni con interventi, convegni, programmi” afferma in una nota l’avvocato Cammarota. “Il Porto di Salerno è eccellenza produttiva che dà il pane a tante famiglie, così, però, non può crescere, e se non cresce, muore”, afferma Cammarota; “si progetta allora di ampliare il Porto verso la Costiera, con la giusta opposizione degli ambientalisti e dei sindaci. Ma la politica del no, da sola, non ha mai costruito il futuro”. “Un antico disegno voleva il Grande Porto dopo Pontecagnano”, continua Cammarota: “Delocalizzare significa infrastrutture d’avanguardia, rotaie, area retro portuale, servizi, collegamenti con la metropolitana, con l’autostrada, con l’aeroporto”.
Per Cammarota, “Delocalizzare il Porto vorrà dire riscattare Salerno e far rinascere la Città del Mare, gli antichi bagni, la nautica da diporto, il mare tra le due costiere, liberare il Viadotto, la Porta Ovest, la città dai Tir”. “Si può”, conclude Cammarota, “perché per Marina d’Arechi ci son voluti pochi mesi, e si deve, come fu per l’Università e per l’Ospedale, e come sarà per il nuovo Ruggi, immaginare il futuro”. La sua ipotesi va incontro anche alla protesta dei sindaci di Vietri sul mare, Maiori e Cetara che hanno rimandato alla prossima settimana la conferenza in programma domani proprio per contestare quanto previsto dal masterplan del Porto di Salerno con le linee d’indirizzo al 2030 sull’assetto degli spazi portuali. Il progetto cprevede l’allargamento del molo di Ponente (con conseguente scomparsa della spiaggia attigua) e soprattutto l’allungamento del molo Manfredi, è considerato da parte delle amministrazioni comunali di Vietri sul Mare, Cetara e Maiori altamente invasivo e dannoso per l’ambiente, la vivibilità e l’economia dell’intera Costiera Amalfitana.