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Salerno – “Stabilizzare gli operai idraulico forestali otd e rendere produttive le Comunità Montane”. Non usa mezzi termini, proponendo il “programma” da seguire per porre fine al precariato dei lavoratori idraulico forestali campani assunti con contratto a tempo determinato presso le Comunità Montane e le Provincie, il consigliere regionale della Lega, Attilio Pierro, che ieri, insieme al consigliere regionale di Italia Viva, Tommaso Pellegrino, all’assessore regionale alla forestazione, Nicola Caputo, all’Uncem, ai sindacati e ad una delegazione di lavoratori, ha partecipato al tavolo sulla forestazione che si è svolto presso la sede della Regione.
Un incontro importante per il futuro dei lavoratori e per la forestazione in Campania, fortemente voluto da Pellegrino e al quale ha aderito Pierro che di professione è proprio un operaio precario di un Ente montano salernitano.
“Sono troppi anni che noi lavoratori siamo precari-denuncia il consigliere regionale della Lega. –Nel tempo-accusa-non vi è mai stata una politica regionale che abbia reso le comunità montane produttive e che abbia inteso destinare maggiori fondi per stabilizzare gli operai. A pagarne le spese del precariato-racconta Pierro-sono proprio gli operai, quasi tutti padri di famiglia assunti con contratti di lavoro a tempo determinato e che, soffrono di non poche difficoltà economiche per via del loro stato di precariato. Basti pensare-dice-che un operaio odt non può accedere ad un muto o ad un prestito, come può-si chiede-un lavoratore che vive in queste condizioni, programmare un futuro per la propria famiglia?”.
Una denuncia quella di Pierro, sullo stato di precariato che da troppi anni rende incerto il futuro di migliaia di famiglie dei lavoratori campani che attendono di vedersi assumere con contratti a tempo indeterminato.
Il consigliere regionale però, ha anche proposto una soluzione per intervenire sulla questione: l’ampliamento delle competenze in campo agli Enti montani nel comparto boschivo. “L’obiettivo-chiosa-è quello di rendere le comunità montane produttive, impiegando i lavoratori in attività collegate a quelle boschive come la raccolta di prodotti quali scarti di legno proveniente dall’attività di potatura da destinare alla produzione di energia elettrica. Stessa cosa vale per il dissesto idrogeologico. Ampliare le competenze-sottolinea Pierro-al fine di poter stabilizzare i lavoratori ed evitare che gli operai vengano utilizzati dal politico di turno in modo diverso rispetto a quella che è la programmazione dell’Ente”.
Per Pierro insomma, la parola d’ordine è dignità ai lavoratori ed efficienza del comparto forestale.