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Salerno – Lo spiazzo oggetto dell’accordo tra Comune, Agenzia del Demanio e Guardia di Finanza esiste, con la funzione di slargo, da quarant’anni esatti. Allora però non vi erano auto parcheggiate ma i containers di metallo: dei grossi rettangoli adibiti a moduli abitativi, i primi post-terremoto. A terra vi sono ancora la tracce, ultimi ricordi di una stagione amara. Da allora, tutt’attorno, ha iniziato a crescere vegetazione spontanea. Tolti i containers e arrivate le auto, la natura si è divertita: oggi sono almeno cinque le specie di alberi di taglia media che si sono sviluppate in così poco spazio. Sarebbe un grave errore se il progetto di adattamento funzionale a parcheggio, invece di valorizzare il verde ‘gratuito’ che insiste nell’area, determinasse l’abbattimento dei tronchi.

La questione, sollevata dal gruppo facebook Retro Porto, è stata portata all’attenzione dell’assessore all’ambiente del Comune di Salerno. Angelo Caramanno ha assunto una posizione, in verità, interlocutoria: “La prossima settimana ci incontreremo per definire i particolari del progetto di sistemazione dell’area. Affronteremo anche quest’aspetto”, ha detto. In una città assetata di verde sarebbe davvero un peccato se si azionassero le seghe elettriche.