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Ci sono una serie di interrogativi all’indirizzo dell’amministrazione comunale di Salerno nella lettera aperta che i lavoratori delle cooperative sociali hanno inviato al sindaco di Salerno questa mattina nell’ambito della vertenza che li vede ancora in presidio, con le organizzazioni sindacali.
Il sit in c’è anche questa mattina sotto i portici di palazzo di città, mentre nel frattempo è in corso la riunione del consiglio comunale che convocata d’urgenza per rispondere all’imperativo del Tar di prendere una decisione sulla realizzazione dei box interrati, non ha incluso all’ordine del giorno  una mozione proprio sulla vicenda degli stessi lavoratori. La lettera già dall’oggetto chiarisce che i lavoratori cercano una ricollocazione o ed una soluzione stabile alla loro vicenda occupazionale.
 

I dipendenti, da quando l’inchiesta giudiziaria ha bloccato le cooperative ricordano che ad oggi sono mesi che i parchi sono chiusi, le scuole sono senza manutenzione, così come la manutenzione del verde urbano, le procedure di un appalto sono ancora in alto mare tranne la sola procedura dell’appalto per il servizio attinente l’arredamento urbano. Ma poiché in questi giorni si sta assistendo ad un’apertura di alcuni parchi avvenuta affidando nuovi incarichi a Salerno Pulita, i lavoratori chiedono Va bene dal sindaco perché in questo caso non è stata prevista la clausola sociale mentre l’impresa che dovrà rispondere alla gara d’appalto. 

“Un’azienda partecipata, che già ha grosse carenze occupazionali,  nei fatti sostituisce i lavoratori delle cooperative– si legge nella lettera- nel contempo l’Amministrazione dichiara di adottare nel rispetto della normativa vigente la clausola sociale alle nuove aziende che subentreranno”. La domanda, per i lavoratori, nasce spontanea: “Come si va a chiedere l’applicazione della clausola sociale ad un’azienda subentrante e nel contempo Salerno Pulita che va a fare questo lavoro ne è esentata? Quando andranno a lavorare i dipendenti delle cooperative?”
 
Lettera termina con una serie di richiesta come quella di dar vita a atti concreti, facendo emanare immediatamente i bandi o scegliere, che le aziende partecipate assumano a tempo determinato i lavoratori che fino a mesi fa lavoravano  dove ora operano le aziende partecipate.