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Salerno – Celebrare il valore della complessità. Approfondire e farsi attraversare dalla diversità perché “non è altro che un modo per arricchirsi”. È il leitmotiv dello show di Marco Mengoni che ieri sera ha chiuso nel migliore dei modi il suo ‘Mengoni Live 2022’ al PalaSele di Eboli.
Il concerto tanto atteso, sold out ormai da mesi, non ha deluso le aspettative. La sua musica è riuscita a emozionare le oltre 7mila persone accorse per lui e che hanno avuto modo di assistere non solo ad una grande performance musicale, ma anche a dei momenti emozionanti durante i quali l’artista si è aperto completamente con i suoi fan. Sul palco Mengoni ha portato un messaggio di pace e di apertura, a sostegno di tutte le forme di diversità: nella musica non possono esistere confini e barriere. “In questo momento voi state condividendo sotto lo stesso tetto la stessa musica ma siete tutti sconosciuti. Per questo vorrei provare a fare un piccolo esperimento: provate a scambiarvi un gesto di pace, di conoscenza, una stretta di mano, un bacio, un abbraccio”.
“Avete avuto paura? – chiede il cantautore al pubblico mentre stringe tra le mani una bandiera della pace -. No? E allora perché continuo a sentire che qualcuno ha paura di chi non conosce, della diversità? Abbiamo appurato qui ad Eboli che non si può avere paura di chi non si conosce, anzi attraversare gli altri è solamente un arricchimento, bisogna aver sempre più voglia di conoscere gli altri. Siamo spesso frenati da una apparenza che a volte inganna”. 

Marco è vicino. La passerella centrale, cuore del concerto, diventa lo scenario della gran parte dei brani dove il pubblico abbraccia l’artista e viceversa. Ha portato sul palco, ispirato ai varietà degli anni 70, una band di quattordici elementi, luci, led, una regia incredibile con immagini suggestive sui maxi-schermi a corredo delle canzoni, numerosi cambi d’abito, filamenti colorati e coriandoli, ma soprattutto una voce immensa, capace di volare altissimo e di fissarsi nel cuore. 

Venticinque i brani in scaletta. Ad accompagnare il cantante di Ronciglione ci sono Giovanni Pallotti alla direzione musicale (anche basso, synth e programmazione), Peter Cornacchia (chitarre), Massimo Colagiovanni (chitarre), Davide Sollazzi (batteria, batterie elettroniche), Benjamin Ventura (pianoforte, piani elettrici, synth), Leo Di Angilla (percussioni, ritmiche elettroniche), Adam Rust (organo, synth), Moris Pradella (backing vocalist, direzione cori, chitarra acustica), Yvonne Park (backing vocalist), Elisabetta Ferrari (backing vocalist), Nicole di Gioacchino (backing vocalist), a cui si aggiungono durante alcuni brani Francesco Minutello (tromba), Alessio Cristin (trombone), Elias Faccio (sassofono). 

Mengoni è un artista trasversale che riesce a raggiungere sia i giovanissimi che gli adulti, pronti a darsi appuntamento ai concerti per cantare a squarciagola le sue canzoni: “Io non so se sarò roccia contro il fuoco e il gelo ma voi siete incredibili spero di sentire le vostre mani applaudire così per sempre”. Uno show emozionante, potente, energico in cui l’artista per due ore e venti ha calcato il palco con personalità e grande presenza scenica, con il pubblico che lo ha accompagnato cantando e ballando dalla prima all’ultima nota. 


Foto Anni 60 Produzioni