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Sarà l’ennesima opera incompiuta”: con queste parole il deputato di Noi Moderati,  l’onorevole Pino Bicchielli ha commentato la notizia della decisione del Consiglio di Stato di annullare completamente la prima gara bandita dalla regione Campania per la realizzazione del nuovo ospedale Ruggi di Salerno. “Si allungano i tempi per la realizzazione del nuovo Ruggi e, ancora una volta, si mette nero su bianco l’incapacità della Regione Campania di procedere all’affidamento dei lavori con una gara da rifare dopo le anomalie riscontrate dal Tar e confermate dal Consiglio di Stato – ha detto  il vice presidente di Noi Moderati alla Camera dei Deputati-Parlare oggi di un ospedale da costruire da zero è quanto mai inopportuno alla luce della profonda crisi che vivono i presidi della provincia di Salerno, molti dei quali costretti a fare i conti con una forte carenza di personale medico e infermieristico e, di conseguenza, la chiusura di alcuni reparti”. Il Consiglio di Stato ieri ha respinto l’appello presentato dal consorzio SIS confermando la decisione del Tar di Salerno sul ricorso degli avvocati Lorenzo Lentini e Arturo Cancroni per conto del consorzio Stabile, il raggruppamento temporaneo di imprese che comprende anche le aziende salernitana Rcm costruzioni dei Rainone, Brancaccio e Cicalese impianti che avevano chiesto l’annullamento della gara per alcune anomalie nel verbale di gara per l’aggiudicazione dell’appalto da oltre 360 milioni di euro.  “Il presidente della Regione Campania dovrebbe smetterla con proclami e annunci di grandi opere che puntualmente restano incompiute perché l’ente non è in grado di portare avanti interventi così importanti. Intanto, ai salernitani non resta che attendere la nuova gara: sarà la volta giusta?” ha concluso Bicchielli. Davanti al primo stop arrivato dai giudici del Tar che avevano evidenziato la presenza di alcune incongruenze sui calcoli dei punteggi per le offerte a tempo, la regione Campania aveva risposto sottoscrivendo un protocollo d’intesa con l’Anac per bandire una gara ex novo, ma si era poi dovuto fermare davanti all’appello al consiglio di Stato del consorzio Sis.