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Era agli arresti domiciliari Raffaele Iavarone ma nonostante questo era riuscito a mettere su un gruppo pericoloso a diventare predominante nella gestione del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti nella città di Salerno ma anche nei comuni vicini.

In base all’operazione Patriot che ha visto al lavoro questa mattina 150 uomini delle squadre mobili di Salerno ma anche Napoli, Verbania e Cosenza, sono state arrestate 25 persone (22 in carcere e gli altri ai domiciliari) perché accusate di far parte dell’associazione di cui Iavarone è risultato il capo indiscusso, promotore, finanziatore e organizzatore del gruppo criminale.

Anche il procuratore Borrelli, al suo primo incontro ufficiale con la stampa dopo un meeting virtuale, da quando si è insediato alla guida della procura di Salerno, parla di un personaggio di grande spessore criminale che era riuscito a tessere rapporti anche con gruppi operanti in altri comuni come Scafati e Boscoreale. Da qui, per esempio, provenivano le forniture di cocaina mentre l’hashish veniva acquistato nella cittadina di Sarno.

L’importanza di quest’operazione, ha detto Borrelli, non è solo nella quantità di persone arrestate ma anche nello spessore criminale del gruppo che era anche armato. Il sodalizio aveva creato una stabile rete di rapporti con numerosi spacciatori collegati a diverse piazze di spaccio di stupefacenti in varie parti di Salerno dal centro storico a Sant’eustachio, da Canalone al villaggio dei Puffi, Pastena Torrione, Mercatello e Mariconda.