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Salerno – Nella mattinata odierna, nell’ambito di un’indagine coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, è stata data esecuzione a un decreto di sequestro preventivo nei confronti di Aniello Serino, detenuto classe ’45, di sua moglie Venere Sirica, classe ’49, e dei figli Michelina, classe ’71, e Matteo, detenuto classe ’73.

Il provvedimento rappresenta la naturale conclusione di un’approfondita e mirata attività investigativa, denominata “Farfalla” che aveva permesso di dimostrare come Matteo Serino, in un periodo di transizione derivante dallo stato di detenzione del proprio genitore, avesse assunto la direzione della consorteria criminale capeggiata dal padre Aniello. Quell’indagine, già all’epoca aveva consentito di raccogliere elementi circa la sussistenza di un clan camorristico facente capo proprio ad Aniello Serino e al figlio Matteo, egemone prevalentemente nel territorio di Sarno, con variegati interessi illeciti nel controllo e nella distribuzione, su un’ampia porzione del territorio della provincia di Salerno, dei cosiddetti videopoker, nonchè in quello delle estorsioni nei confronti delle imprese impegnate nello svolgimento di opere pubbliche appaltate nel comune di Sarno in conseguenza del noto evento franoso che il 5 maggio 1998 interessò quel centro. In tale ambito furono, inoltre, acquisiti, numerosi elementi idonei a delineare rapporti del gruppo riconducibile ai Serino con altre frange criminali attive nelle province di Salerno e Napoli. Per l’associazione criminale in questione, i risultati conseguiti avevano consentito di individuare tentativi di condizionare, attraverso il voto di scambio, le consultazioni elettorali del 2014.

Nel mese di giugno del 2013, la Sezione Anticrimine di Salerno cominciò un’altra attività investigativa, “Poker”, che muoveva i suoi primi passi dal monitoraggio di Raffaele Vitiello, dipendente della Visco Matic, dedita al noleggio di videopoker, ma, di fatto, dominus della stessa società. Anche in questo caso è stata documentata l’operatività del gruppo Serino e in particolare dei figli di Aniello, cioè Michelina, Matteo e Gianluigi.

I settori di interesse della famiglia erano: traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, gestione dell’indotto derivante dalla locazione dei videopoker, attività di abigeato su vasta scala, intestazione fittizia di beni e attività imprenditoriali nel settore delle scommesse e del noleggio di distributori di alimenti e bevande, esercizio abusivo dell’attività finanziaria e recupero crediti verso terzi.

Gli accertamenti hanno, quindi, permesso di sottrarre al patrimonio della famiglia Serino: 3 società, 43 immobili e terreni per un valore di 2 milioni di euro e 19 rapporti bancari.