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Salerno – Suscita un vespaio di polemiche la circolare della Unità di Crisi regionale per l’emergenza epidemiologica dal Covid-19 indirizzata ai direttori generali delle Asl campane (vedi in basso) attraverso la quale sono disposte “le sospensioni dal 27 ottobre dei ricoveri programmati sia medici che chirurgici differibili e non urgenti presso le case di cura private accreditate e gli ospedali classificati dal sistema sanitario regionale” e “delle attività ambulatoriali nelle predette strutture, ad eccezione di quelle recanti motivi di urgenza, nonché di quelle di dialisi, di radioterapia e oncologiche-chemioterapiche”.   

Questa la reazione della Uil Fpl Salerno: “La nota emessa dalla Unità di Crisi Regionale del 25 ottobre scorso lascia a dir poco basiti per la generalità delle disposizioni che evidenzia.  La legge numero 27 del 24 aprile scorso, citata dall’Unita di Crisi, intende consentire alle Regioni di utilizzare il personale delle strutture private per l’emergenza Covid attraverso una rimodulazione o sospensione delle attività di ricovero presso le stesse. Ciò significa che contestualmente tale personale, con provvedimenti di cui non si ha alcuna contezza, dovrebbe essere assegnato per utilizzo  emergenza Covid. Abbiamo invece un provvedimento che si limita a sospendere le citate attività in assenza di un contestuale diverso utilizzo del personale. Ciò genera esclusivamente un danno all’utenza in attesa da tempo di prestazioni che non possono più praticare nelle strutture pubbliche e mette seriamente in discussione i livelli occupazionali dell’intero settore in conseguenza dell’inevitabile crisi finanziaria delle case di cura ed un ulteriore ricorso a forme di sostegno al reddito in un momento sociale ed epidemiologico particolarmente delicato”.

Così Donato Salvato, segretario generale della Uil Fpl Salerno; Antonio Malangone, segretario provinciale della Sanità Accreditata per Uil Fpl Salerno e Raffaele Albano, del coordinamento provinciale dei Medici per la Uil Fpl Salerno, chiedono chiarezza sul futuro delle case di cura private accreditate.
“In questo delicato e drammatico momento occorre che chi è preposto alla organizzazione adotti chiari e completi provvedimenti. Dalla Regione chiediamo chiarezza”, hanno concluso Malangone e Albano.