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Salerno – Piazza Portanova piena, ma non stracolma, per il comizio di Matteo Salvini; arriva a Salerno da segretario nazionale della Lega eppure in gran parte parla da Ministro dell’Interno, elencando i pur apprezzabili risultati raggiunti nei temi a lui cari: immigrazione e sicurezza su tutti. Al suo fianco i candidati al Parlamento europeo (la salernitana Lucia Vuolo è l’espressione diretta del territorio), gli amministratori ed i coordinatori regionale (Cantalamessa) e provinciale (Falcone). Di fronte, a circa duecento metri, il gruppo di militanti di sinistra (assenti i grillini), contenuto da una fila di transenne e da un organizzato cordone di polizia e carabinieri. L’ordine pubblico funziona; ai contestatori non resta che farsi sentire con i fischi. Salvini raccoglie e rilancia: parla di “smontare la legge Fornero” e dice: “Quei signori che fischiano tanta voglia di lavorare non ce l’hanno; allora gli diamo uno, due, tre redditi di cittadinanza…”. Quando tocca il tema degli immigrati, si rivolge ancora ai dirimpettai contestatori: “I compagni vogliono accogliere ma a spese dello Stato. No, i clandestini li portassero a casa loro. Chi vota Lega sa che sceglie prima gli italiani”. Detto che “l’esempio della Campania che ci piace viene dall’Università di Salerno del rettore Aurelio Tommasetti (candidato alle europee, ndr), laddove si va avanti per meriti e non perché amici o parenti di qualcuno”, attacca De Luca frontalmente: “Il prossimo obiettivo è liberare la Campania dai De Luca e dai chiacchieroni”. Poco dopo però glissa sulla risposta in ordine al commissariamento della sanità; poi ‘smonta’ la polemica innescata dal Movimento 5 Stelle: “Nessun asse con De Luca, con il Pd non vado d’accordo…”.

Non è passata inosservata l’assenza di accoglienza istituzionale al Ministro dell’Interno da parte del Comune. Anzi, la giunta al completo ha significativamente scelto di stare al di là delle transenne e del cordone di Forze dell’Ordine. Tra i contestatori di sinistra. Poi la giunta va via; l’unica che resta è Eva Avossa, assessore alla pubblica istruzione. Guarda a distanza: in piazza Salvini resterà almeno un’altra mezz’ora. Fino all’ultimo scatto concesso, singolarmente, a ogni persona che si è messa in fila.