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San Rufo (Sa) – C’è anche il figlio del sindaco di San Rufo, comune di 1.500 persone alle pendici del parco del vallo di Diano, in provincia di Salerno, tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa per sette persone accusate di spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta di Antonio Marmo, 26 anni, figlio del primo cittadino Marco, accusato di spaccio di sostanze stupefacenti. Per lui e per Ciro Gargiulo e Antonio Di Lorenzo, il gip Antonino Fiorentino, ha concesso gli arresti domiciliari. In carcere Ciro Sabatino e Giuseppe Sudano, a capo invece del gruppo che aveva messo radici nel piccolo paesino di montagna e spacciava fino ad Atena Lucana. Difatti il giudice, dopo aver emesso ordinanza ha dichiarato la sua incompetenza territoriale e rimesso gli atti al gip di Lagonegro. Alla base dell’inchiesta una mole di intercettazioni telefoniche e ambientali fatte soprattutto in una Fiat Panda di proprietà dell’indagato numero uno, ovvero Ciro Sabatino detto ‘sposo’. Era lui che prendeva grossi carichi di marijuana, soprattutto sui Monti Lattari, per inondare la zona di bustine vendute all’ingrosso a 3,50 e al dettaglio anche a 10 euro al grammo. L’indagine parte dall’omicidio di Ciro Orazzo, avvenuto a Lettere, in provincia di Napoli, il 12 ottobre del 2017 mentre era alla guida della sua auto. Le indagini hanno consentito di accertare una consolidata e florida attività di spaccio nei compiti di Vallo di Diano ad opera della banda. “Una inarrestabile propensione al crimine degli indagati. Il gruppo è ben addentrato in varie zone del Salernitano e del Napoletano ed è dotato di una forza criminale e di una propensione al crimine decisamente notevoli. Il gruppo è dedito allo spaccio all’ingrosso ma anche alla detenzione e cessioni di armi, due fucili da caccia”, scrive il gip motivando così la decisione di arrestarli. Al divieto di dimora in provincia di Napoli sono finiti Carmine Di Lorenzo e Pasquale Olero.