Ricorso accolto e autorizzazioni ambientali della Regione Campania per la società Buoneco annullate. È quanto stabilito dai giudici del Consiglio di Stato, i magistrati Francesco Gambato Spisani, Michele Conforti, Luca Monteferrante, Paolo Marotta e Rosario Carrano, sul ricorso n.1739/2023 promosso dal Comune di Buccino difeso dall’avvocato Pasquale Cristiano, con l’intervento della società Icab spa difesa dall’avvocato Enzo Maria Marenghi, contro la Regione Campania difesa dall’avvocato Angelo Marzocchella, nei confronti della società Buoneco Srl difesa dagli avvocati Marcello Fortunato, Rossella Verderosa e dell’associazione Radici, quest’ultima non costituita in giudizio, per l’annullamento delle autorizzazioni ambientali emesse dalla Regione Campania nei confronti della società Buoneco srl per gli atti di incidenza, Via, Vas e Vi e la conseguente Autorizzazione Integrata Ambientale per la realizzazione di un mega impianto di trattamento aerobico di 113mila tonnellate di rifiuti organici da insediarsi nel lotto n.18 della zona industriale del comune di Buccino ad opera della società Buoneco srl di proprietà dell’imprenditore sarnese, Gaetano Buonaiuto.
Buone notizie per la zona industriale agroalimentare di Buccino quindi che, dopo la sentenza numero 7628/2020 con cui i giudici del Consiglio di Stato decretarono il potere urbanistico in capo al Comune quindi la validità della variante al Puc adottata nel 2018 dall’Ente di Palazzo di Città con cui il Comune di Buccino trasformò la zona industriale in distretto agroalimentare, bloccando di fatto l’accesso all’ingresso di nuove industrie tra cui Fonderie Pisano e Buoneco srl, avevano visto la società Buoneco ottenere nel 2019 il parere favorevole ambientale autorizzativo all’impianto da parte della Regione Campania e che portò nel 2024 Palazzo Santa Lucia ad autorizzare un provvedimento Aia e che ora è stato di fatto bloccato e annullato dal Consiglio di Stato. Autorizzazioni che furono impugnate dinanzi ai giudici amministrativi da Palazzo di Città e che ora, hanno visto il Consiglio di Stato accogliere il ricorso e annullare i provvedimenti: il decreto 22 febbraio 2019 n. 13 con il quale il dirigente competente della Regione Campania aveva escluso con prescrizioni l’impianto dalla procedura di valutazione di impatto ambientale – VIA con valutazione di incidenza; il parere del 18 dicembre 2018 della Commissione VIA – VAS e VI; l’avviso pubblicato sul BURC il 17 febbraio 2020 n.10 con il quale, in dichiarata rettifica di errore materiale contenuto nel decreto 13/2019 dando atto che il decreto stesso costituisce non esclusione dalla procedura ma “parere favorevole” di valutazione di impatto ambientale e di valutazione di incidenza; le note della Regione Campania 17 aprile 2020 prot. n.241 e del 26 maggio 2020 prot. n.28822, condannando la Regione Campania e la società Buoneco srl al pagamento delle spese processuali.
“La Valutazione integrata ambientale – scrive tra le motivazioni il Consiglio di Stato – è un procedimento complesso nel quale, pur se l’impatto è valutato rispetto all’incidenza ambientale e paesaggistica di una determinata infrastruttura o opera sull’ambiente circostante, si valorizza e si tiene conto anche delle implicazioni sociali, economiche e produttive correlate all’opera stessa ma si tratta di un provvedimento con cui viene esercitata una vera e propria funzione di indirizzo politico – amministrativo con particolare riferimento al corretto uso del territorio attraverso la cura ed il bilanciamento della molteplicità dei contrapposti interessi, pubblici (urbanistici, naturalistici, paesistici, nonché di sviluppo economico – sociale) e privati. …Il provvedimento di V.i.a. riguarda, infatti, la scelta del “se” realizzare, “come” realizzare e “dove” localizzare un determinato progetto in base alla sua incidenza, sui richiamati profili urbanistici, naturalistici, paesaggistici, nonché di sviluppo economico – sociale sicché può ritenersi che risulti irrimediabilmente falsata l’elaborazione di questa valutazione sull’errato presupposto circa la compatibilità urbanistica dell’opera e senza la consapevolezza dell’avvenuta modificazione del regime dei suoli per destinarli ad altra specifica vocazione… L’incidenza dell’errata percezione di tali aspetti sull’illegittimità del giudizio favorevole di compatibilità ambientale -scrivono- risalta ancor di più se si considera che tale travisamento si cumula con la mancata valutazione delle alternative localizzative”.
Una vittoria giudiziaria importante quindi, per la tutela dell’ambiente e che mette definitivamente lo stop al progetto di realizzazione di un impianto di rifiuti organici da 113mila tonnellate, ma che non segna però per Buccino e per la stessa zona industriale agroalimentare la fine di un incubo che aleggia sul territorio e che è rappresentato dal pericolo di insediamenti di impianti di trattamento di rifiuti. La giunta comunale a guida del sindaco protempore del Comune di Buccino infatti, ad inizio anno ha varato ed approvato una variante alle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Urbanistico Comunale trasformando di fatto le zone agricole E, C e Di16, in aree industriali dove è previsto l’insediamento di impianti di trattamento rifiuti da inerti, calcestruzzo e materiale bitumoso, oltre al rilascio del permesso a costruire in area agricola vincolata di un impianto di calcestruzzo in località Panericotta, vicenda quest’ultima al centro di un indagine per lottizzazione abusiva condotta dalla Procura della Repubblica di Salerno, e dell’insediamento nel lotto n.8 dell’area industriale di Buccino della società cavese del gruppo Milito specializzata e attiva nel settore del trattamento rifiuti da inerti. Fatti, che hanno creato il “Caso ambiente a Buccino” tanto da finire al centro di una interrogazione parlamentare presentata dal generale dei carabinieri, ex ministro dell’ambiente e vicepresidente della Camera dei Deputati, Sergio Costa, e dal deputato e presidente dell’intergruppo parlamentare Sud, Aree Fragili e Isole Minori, Alessandro Caramiello, indirizzata al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e al Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, per conoscere le iniziative che i ministri intendono intraprendere per salvaguardare il patrimonio ambientale e agroalimentare della zona di Buccino e dell’area agricola volceiana.