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«Il M5s esce rafforzato da questa storia dei rimborsi: oggi grazie ad una inchiesta giornalistica tutta l’Italia sa che abbiamo restituito 23 milioni di euro alle piccole e medie imprese e che abbiamo creato nuovi posti di lavoro, circa 17mila in tutta Italia, oltre 6.500 finanziamenti erogati. Gli altri partiti degli stipendi incassati dai loro rappresentanti politici hanno restituito zero».
Così questa mattina Carlo Sibilia, portavoce del M5s, ora candidato capolista nel listino alla Camera, in conferenza stampa. Chiarisce la sua posizione: «Ho restituito più di quello che ho dichiarato: dal 2013 ad Agosto 2017 non ho restituito 166.234,83 ma una cifra più alta ovvero 167.995,45. Ho mantenuto le promesse. Abbiamo scoperto che nel M5s qualcuno non lo ha fatto ed è stato subito messo alla porta: non ve lo ritroverete più né candidato né Ministro. Le mele marce vanno a casa. Abbiamo fatto l’errore di fidarci. Sono casi sporadici che vedono coinvolte due o tre persone. Noi mostriamo i numeri per dire che cosa ha portato questo nostro gesto».

Sibilia poi è andato al contrattacco ricordando che «il centrodestra ha candidato persone coinvolte in “rimborsopoli” e pure nel Pd sono in corsa indagati, dunque impresentabili». E se si vuole parlare di malapolitica emblematico è il caso del Mancini: «1.200 studenti che non sanno dove andare, è bastata una folata di vento a far volare il tetto dell’ Amatucci mentre il De Luca nonostante i milioni di euro spesi è ancora chiuso. Lo stato dell’ediliza scolastica in Irpinia è penoso».