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Benevento – Lavoro, democrazia e legalità in un territorio, quello del Sannio, dove forte è il bisogno e la richiesta di diritti per chi lavora e per chi ha perso il lavoro, in un contesto a forte rischio di sottotutele diffuse. Questi i temi principali sviscerati durante il convegno di questa mattina, presso l’hotel President di Benevento, promosso da Cgil Campania e Cgil Benevento.

Tra i relatori il segretario confederale della Cgil, Maurizio Landini, il segretario generale della Cgil Campania, Nicola Ricci, la segretaria generale della Cgil di Benevento, Rosita Galdiero, il senatore Pietro Grasso, il questore di Benevento, Giuseppe Bellassai, il presidente Anpi di Benevento, Americo Ciervo, il segretario nazionale del Silp-Cgil, Tommaso Delli Paoli, il coordinatore di Libera Benevento, Michele Martino, il procuratore della Repubblica di Benevento, Aldo Policastro.

Proprio il probabile futuro segretario generale Maurizio Landini ha espresso forti critiche alle azioni, fin qui poche, messe in campo del Governo gialloverde, in particolar modo sul decreto sicurezza: “Bisognerebbe dire al Ministro Salvini che il problema nel nostro Paese non sono le persone con la pelle nera ma il lavoro nero che è molto diffuso. Se ci sono tanti lavoratori in queste condizioni vuol dire che ci sono imprenditori che li fanno lavorare così. Intervenire in questa direzione vorrebbe dire rinforzare gli Ispettorati del Lavoro e mettere in campo un’azione diversa favorendo gli imprenditori che si comportano bene, battendosi per la legalità”.

Lavoro e legalità come punto centrale per combattere la criminalità organizzata diffusissima anche nel nord Italia: “Vengo da una città come Reggio Emilia dove si è appena concluso il più grande processo contro la ‘ndrangheta e le sue infiltrazioni. Il problema non sono i migranti ma che ci sono pezzi interi dell’economia reale in mano alla criminalità organizzata che negli anni è stata coperta dalla politica” .

Sul fantomatico reddito di cittadinanza, ancora in cantiere, Landini appare scettico: “Che in Italia si metta in campo uno strumento che combatta la povertà siamo tutti d’accordo ed è una delle cose che non è stata fatta in questi anni. Dal nostro punto di vista c’era già uno strumento, quello del REI, che poteva essere esteso. Bastava allargarlo ai redditi familiari fino a 12mila euro, rispondendo così a un primo problema. Da un altro punto di vista oltre a combattere la povertà, la vera priorità è il precariato e il lavoro facendo ripartire gli investimenti sia pubblici che privati nel Paese e nel Mezzogiorno. La critica che noi facciamo al Governo è che da un lato non sta discutendo con le organizzazioni sindacali e dall’altro che non sta invertendo il crollo degli investimenti. Non si può pensare – conclude Landiniche si possa essere sempre in campagna elettorale, adesso è il momento di governare e fare delle cose serie”.